Gli
Ambassador Gun sono di Minneapolis e questo è il loro secondo full length in una decina d’anni di attività. Propongono un sound brutale e caotico, nel quale convergono elementi grind, hardcore, crust, a generare brani brevi, in media due/tre minuti, e soprattutto inarrestabili nella loro furia anarcoide. Tra i passaggi al fulmicotone ed i blasts terremotanti, c’è qualche microscopico rallentamento ma l’impostazione lineare ed austera del trio non prevede solismi o impennate strumentali. La voce spazia dall’urlo hardcore al profondo growl death metal, mentre le liriche, come testimonia un titolo quale “Christbastard”, sono fortemente anti-religiose.
Resta ancora da dire che lo stile degli americani è più legato ad una forma primitiva di grindcore, che in qualche modo si allontana leggermente da un certo “tecnicismo” emerso in anni recenti.
Comunque, anche questo album alla fine non esce dal livello medio del genere ed è appetibile più che altro ai completisti.
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