16 anni di carriera non sono pochi. E se in 16 anni i full-lenght prodotti sono 2 e entrambi senza l'ausilio di un'etichetta discografica, viene da chiedersi: "perchè?". Saranno stati i numerosi e turbolenti cambi di line-up (gli ultimi proprio nel 2012, che hanno portato addirittura a 3 nuovi innesti su 5) o la voglia di mantenere una globale indipendenza nelle scelte, non so.
Fatto sta che il qui presente "
Excision" è il secondo disco per i friulani
Overblood, band dedita a un thrash/death di chiara matrice Slayeriana, che peccherà forse in originalità ma compensa questa mancanza con una tecnica eccelsa e un'aggressività davvero fuori dal comune.
Sia dal punto di vista strumentale che da quello vocale infatti siamo a livelli eccellenti: tutte le canzoni sono suonate e interpretate alla grande, senza cali (ma è opportuno dirlo, senza particolari picchi) e con una rabbia e una pulizia davvero rimarcabili.
Il punto debole degli Overblood è appunto l'originalità, in quanto gli echi dei sopracitati Slayer e di altri gruppi più o meno famosi in ambito thrash si sentono spesso in maniera fin troppo marcata. Derivativi si, ma con classe, e questo è innegabile.
"Excision" scorre quindi piacevolmente per tutta la sua (non eccessiva) durata, senza infamia e con qualche lode, pur non facendo mai fare il celebre sobbalzo sulla seggiola. Gli
Overblood hanno però tutte le carte in regola per arrivare a quel livello, chissà che i nuovi innesti non riescano a dare quel tocco di originalità in più, unico ingrediente mancante in una ricetta già più che buona.
Quoth the Raven, Nevermore..
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