Copertina 7

Info

Anno di uscita:2011
Durata:44 min.
Etichetta:Indie

Tracklist

  1. INTRO
  2. BOMBS FALL-HELL CALLS
  3. AGAINST THE HOLY ALLIANCE
  4. INFECTED SOCIETY
  5. WORLD CANNIBAL CHAOS
  6. TOO LATE TO COME BACK
  7. DON'T SPREAD YOUR BULLSHIT
  8. MASKED DISEASE
  9. CHILDHOOD'S GRAVE
  10. D.N.A.
  11. MR. CRIME

Line up

  • Marco Felettigh: vocals
  • Flavio Pasquin: guitars
  • Paolo Rebellato: guitars
  • Alberto Plasenzotto: bass
  • Andrea Ceschia: drums

Voto medio utenti

16 anni di carriera non sono pochi. E se in 16 anni i full-lenght prodotti sono 2 e entrambi senza l'ausilio di un'etichetta discografica, viene da chiedersi: "perchè?". Saranno stati i numerosi e turbolenti cambi di line-up (gli ultimi proprio nel 2012, che hanno portato addirittura a 3 nuovi innesti su 5) o la voglia di mantenere una globale indipendenza nelle scelte, non so.

Fatto sta che il qui presente "Excision" è il secondo disco per i friulani Overblood, band dedita a un thrash/death di chiara matrice Slayeriana, che peccherà forse in originalità ma compensa questa mancanza con una tecnica eccelsa e un'aggressività davvero fuori dal comune.
Sia dal punto di vista strumentale che da quello vocale infatti siamo a livelli eccellenti: tutte le canzoni sono suonate e interpretate alla grande, senza cali (ma è opportuno dirlo, senza particolari picchi) e con una rabbia e una pulizia davvero rimarcabili.
Il punto debole degli Overblood è appunto l'originalità, in quanto gli echi dei sopracitati Slayer e di altri gruppi più o meno famosi in ambito thrash si sentono spesso in maniera fin troppo marcata. Derivativi si, ma con classe, e questo è innegabile.

"Excision" scorre quindi piacevolmente per tutta la sua (non eccessiva) durata, senza infamia e con qualche lode, pur non facendo mai fare il celebre sobbalzo sulla seggiola. Gli Overblood hanno però tutte le carte in regola per arrivare a quel livello, chissà che i nuovi innesti non riescano a dare quel tocco di originalità in più, unico ingrediente mancante in una ricetta già più che buona.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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