C'era grande attesa attorno al debut album degli Hotel Diablo, a tutti gli effetti super band losangelina, formata dal cantante Rick Stitch (Adler’s Appetite), il chitarrista Alex Grossi (Quiet Riot) e la possente sezione ritmica formata dal bassista Mike Duda e dal batterista Mike Dupke (W.A.S.P. entrambi), e prodotto da Gilby Clarke (Guns N’ Roses, Rockstar
Supernova). Dopo averlo ascoltato, le recensioni possibili sono due. Se non sapessi dei trascorsi dei musicisti, direi che
The Return to Psycho, California scorre via piacevolmente, non è molto originale ma è accattivante. Sapendo, invece, con chi abbiamo a che fare il giudizio non può che cambiare. L'ascolto resta piacevole ma semplicemente perchè la musica è commerciale ed estremamente derivativa, orecchiabile ma moscia e scontata. Mancano iniezioni di energia, assenti gli assoli
di chitarra. Entriamo nel dettaglio. Rick Stitch nei toni bassi è identico a Bon Jovi, in quelli alti a Chad Kroeger dei Nickelback. L'apripista
Taken unisce una struttura alla Alice in Chains con le chitarre di Led Zeppelin e Guns and Roses.
All These Years chiama di nuovo in causa i Guns insieme a Bon Jovi.
What You Do To Me e
Wicked Lines sono due classiche ballad americane ai limiti con il pop rock; i punti di riferimento potrebbero essere Winger o Cinderella, comunque sono talmente scontate, anche nei testi, che è quasi divertente provare ad indovinare la parola o la nota successiva riuscendoci. La titletrack è anche il pezzo meno convincente e mi ricorda vagamente gli Hardcore Superstar ma senza quella potenza e cattiveria.
Bury You è 100% Nickelback. L'intro di
Set It Off ricorda i Guns di
Welcome to the Jungle e tutta la parte chitarristica li richiama.
Wonderwall è un'onestissima cover degli Oasis.
Trigger è un altro pezzo estremamente scontato, che di nuovo richiama la band di Axel Rose. Chiudono due versioni alternative di
Bury You e
What You Do To Me, che in realtà non sono granchè diverse dalle originali. Dalla sezione ritmica degli W.A.S.P. e dal chitarrista dei Quiet Riot sarebbe stato lecito attendersi di più. Di sicuro i brani sono tutti estremamente commerciali e radiofonici, quindi, se era ai soldi che pensavano in fase di composizione, soldi potrebbero arrivare. Non brutto ma davvero niente di che.
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