Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:34 min.
Etichetta:No Tolerance/New Hawen
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. IS THERE NO HOPE?
  2. NO SAVIOR
  3. THE WHITE DISEASE
  4. PRESSURE'S ON
  5. INTRO
  6. LUSTROUS PATTERN
  7. EXTINCT UTOPIA
  8. DULL - SHIT!
  9. CHOICE OF CONTEMPT
  10. CRISIS
  11. WHAT LIES BENEATH
  12. T.A.O.T.
  13. DOOMSDAY CELEBRATION
  14. APT FOR IDIOCY
  15. SHINY MISERABLE PEOPLE
  16. CROWD BITES WOLVES
  17. PILES
  18. ORAL MUTUAL THIEVES
  19. 20-11-02
  20. 110TH FLOOR
  21. SHOP-WORN VERACITY
  22. PREY OF PROGRESS
  23. BURST OUT
  24. AZSIR - ITTNA
  25. ACT OF IGNORANCE

Line up

  • Henke Svensson: vocals
  • Kristian Lampila: guitars
  • Rob Hakemo: bass, vocals
  • Mojjo: drums

Voto medio utenti

La storia dei Relevant Few è assai breve, difatti la band esiste da neanche quattro anni ed ha all'attivo la pubblicazione di un solo album intitolato "Who are those of leadership?" (2002). Nonostante questo il quartetto svedese ha già raccolto numerosi consensi nella scena grindcore, e credo che altrettanti ne otterrà con questa nuova produzione, un cd cortissimo (trentaquattro minuti complessivi!) e decisamente intenso, ma soprattutto libero dai soliti cliché che da sempre caratterizzano molte delle uscite legate a questo genere musicale. "The art of today" è infatti un disco di grind evoluto, dove non conta solo la velocità fine a se stessa e soprattutto dove i pezzi non sono tutti uguali! Non può che far piacere ascoltare cose di questo tipo, se non altro per rendersi conto che sempre più band stanno cercando di aggiornare uno stile che per anni ha detto veramente poco o nulla di nuovo, riuscendo ad annoiare terribilmente anche chi, all'inizio, lo aveva seguito con un certo interesse. Per fortuna con i Relevant Few tale rischio non esiste, anche perché questi quattro ragazzi di Göteborg hanno capito che ogni tanto vale la pena non premere al massimo sull'acceleratore e concedersi qualche rallentamento (per così dire) "strategico", che paradossalmente serve proprio a dare un maggior dinamismo alle composizioni. "TAOT" gioca infatti parecchio sull'accostamento tra parti ultra-veloci (ma mai caotiche!) e momenti più cadenzati (oltre che strutturalmente abbastanza complessi), una scelta che si è rivelata davvero azzeccata e che ascolto dopo ascolto convince sempre di più. A questo aggiungete delle buone capacità tecniche individuali, l'alternanza della tipica voce brutal con vocals più stridule e "urlate", dei frequenti cambi di tempo e un certo buon gusto (oltre che originalità) nella costruzione dei brani ed avrete un'idea di quello che è possibile trovare all'interno del cd, che per le sue caratteristiche piacerà parecchio anche agli estimatori del death più estremo. Inutile dire che sarebbe un po' difficile indicare i pezzi migliori, anche perché ce ne sono ben venticinque e poi perché in casi del genere si giudica l'insieme più che il singolo elemento. L'impressione è quindi che i Relevant Few abbiano le carte in regola per guadagnarsi l'attenzione di un pubblico più vasto di quello che li ha seguiti finora, anche se è chiaro che un lavoro come questo non si rivolge sicuramente alle masse, bensì ad una cerchia molto particolare di ascoltatori.
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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