Nascono durante una (come da copione …) sfrenata vacanza in Scozia (sotto l’occhio vigile del sempre attuale
Nessie?), provengono dalla provincia di Bergamo e hanno nel
cuore e nei
muscoli tanto Detroit quanto Londra, Los Angeles e Stoccolma.
Si chiamano
Television 60's, e dimostrano che anche nell’era del “vintage” la differenza la fa ancora un
terzo organo non menzionato un paio di righe fa eppure fondamentale per le sorti dei veri
rockers, la “pancia”, da cui si “propagano” suoni schietti, scalpitanti, emotivi, eccitanti, accolti come tali dall’omologa parte del corpo dei tanti estimatori del genere.
“Celebr-hate” è una
celebrazione del
punk n’ roll,
animosa, sfrontata e insolente, una collezione di canzoni viscerali e scorbutiche capaci di ostentare al tempo stesso una notevole incisività melodica, una miscela esplosiva d’energia e attitudine, probabilmente
imperfetta e sicuramente
non innovativa, ma anche l’espressione credibile di qualcosa d’intramontabile.
Continuo a pensare, magari un po’
romanticamente, che solo chi conosce a fondo, ama ed ha la giusta vocazione può suonare con un’adeguata autenticità questa musica e se ritenete che Motley Crue, Jetboy, Hellacopters, New Bomb Turks, Backyard Babies e Vains of Jenna, in una confusa centrifuga di
storia e
geografia, possano essere considerati tra i degni eredi di MC5, New York Dolls, Sex Pistols e Hanoi Rocks, sono certo apprezzerete anche la scorticante mezzora di questo dischetto, capace di
avvicinare anche i suoi artefici a tale incendiaria e impegnativa compagnia.
Al raggiungimento completo dell’ambizioso obiettivo mancano ancora un pizzico di versatilità e un po’ di quella personalità nel
songwriting in grado di conferirgli, seppur in un ambito piuttosto codificato, una qualche forma di “riconoscibilità” propria, e tuttavia si tratta, in verità, di peccati complessivamente piuttosto “veniali” per un gruppo che, alla seconda prova discografica, compensa le carenze con dosi davvero massicce e contagiose di pura intensità, non troppo lontane negli effetti sensoriali, lo ribadisco, dal famigerato
high energy rock n’ roll ordito da Nicke Andersson e dai suoi magnifici
pards.
In un fulminante programma privo di fondati riempitivi, evito citazioni di merito e mi limito a indicare “Bad behaviours” e “Sex circus” come i brani dai
refrains più esplosivi, “Seek salvation, find damnation” e “Messaline” come penetranti inni dalle velleità vagamente Rotten-
iane, mentre la
title-track si segnala per un vibrante brutalismo sonico stemperato da appena un velo di benefica malinconia.
Per i Television 60's i miglioramenti sono possibili e auspicabili, ma dominare già così bene l’essenza e la carica primordiale del
Rock non è da tutti, neanche in un’epoca dove l’esercito di
bands nate e risorte in suo
onore è sempre più agguerrito e numeroso.
Sosteniamoli.
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