Polacchi e dediti ad una forma piuttosto inquieta e variegata di
prog-metal, gli
Xanadu scontano sicuramente una certa vivida ammirazione nei confronti dei connazionali Riverside, ma archiviare frettolosamente la pratica di questo “The last sunrise” sotto la voce “sterile tentativo imitativo” sarebbe ingeneroso ed errato.
Pur avvolto dall’ombra ingombrante e radiosa dei venerabili capitanati da Mariusz Duda, il lavoro dei nostri si segnala per adeguate sensibilità e vocazione, riuscendo nell’intento di allontanare l’impressione spiacevole della caricatura, ratificando con decisione quella di un’ispirazione autentica e comunque di una manifestazione artistica sempre alquanto coinvolgente.
Nei quarantasei minuti dell’opera ci sono la necessaria forza espressiva e l’indispensabile carica emotiva per conquistare tutti
fans del genere, anche quelli più esigenti, che non potranno che gradire l’intensità armonica, il magnetismo e le scosse sensoriali che le sette composizioni dell’albo sanno fornire in maniera abbastanza copiosa, in un continuo alternarsi di bianco e di nero, di aperture elegiache e di tensioni incombenti, in cui tecnica, estro e passione s’intersecano e si completano vicendevolmente.
“Piece of mind” è un ottimo saggio di
metallo progressivo dalle imponenti velleità empatiche, ”Dark shadows” accentua con gusto la componente drammatica, che assume connotazioni vagamente Queensrÿche-
iane nella successiva “Miles away”, impreziosita da una suggestiva ambientazione mediorientale.
“Violent dream – part 1” dimostra l’attitudine alla sperimentazione “disciplinata” posseduta dal gruppo, in grado di tenere sempre ben salde le redini dell’emozione anche quando si affida ad una lunga elaborazione strumentale, in cui emerge il gran lavoro dell’ospite Pawel Balcer, un tastierista dal tocco sopraffino, affiancato a quello altrettanto raffinato e dinamico dei due chitarristi Betanski e Glon, autori di un’ottima prova complessiva.
“One Moment” potrebbe finire per piacere anche ai sostenitori degli Anathema (magari non proprio gli ultimissimi …), “Vicious circle” è un pulsante campo gravitazionale in sospensione e rappresenta un’egregia preparazione all’epica
title-track, un gioiellino di poesia evocativa e mesmerica, dove la voce di Michal ‘Mish’ Jarski e i gorgheggi di Paulina Tomaszewska sembrano invitare l’astante a chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare in un paesaggio sonoro dalle tinte perturbate e crepuscolari.
La “squadra polacca” del settore può contare su un altro importante “giocatore” … i “titolari” sono ancora tali e per ora non rischiano il posto, ma state sicuri che “in campo” gli Xanadu ci sanno stare piuttosto bene … i tifosi ringraziano.
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