Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:59 min.
Etichetta:Listenable Records

Tracklist

  1. POSTHUMAN MANIFESTO
  2. NO WISDOM BRINGS SOLACE
  3. THE LINE OF LEAST RESISTANCE
  4. RED NOVA IGNITION
  5. INTO THE BLACKEST LIGHT
  6. GOD IS AN AUTOMATON
  7. HIGHTECH VERSUS LOWLIFE
  8. CHALLENGER
  9. DOWNFALL INC.
  10. A RADIANT DAYBREAK
  11. DESTRUCTION AND BLISS

Line up

  • Benjamin Nominet: vocals
  • Thomas "Drop" Betrisey: guitars & synths
  • Ales Campanelli: bass
  • Kevin Choiral: drums

Voto medio utenti

Degli svizzeri Sybreed ero rimasto ad “Antares” del 2007, loro secondo disco, recensito su queste stesse pagine. Nel frattempo hanno dato alle stampe “The Pulse Of Awakening” nel 2009, disco che ignoro. A quanto pare però, dall’ascolto del nuovo “God is An Automaton” non mi sono perso niente della loro (non) evoluzione musicale.
Nel 2007 lamentavo un eccessivo uso della melodia, che mal si amalgamava ai patterns cyber industrial che la band inseriva in maniera massiccia nelle proprie composizioni, e l’eccessiva prolissità della proposta, con un disco semplicemente troppo lungo.
Nel 2012 i Sybreed fanno un deciso passo avanti per quanto concerne l’aspetto compositivo e, purtroppo, perseverano nella prolissità.
Non che la melodia sia diminuita, anzi, le canzoni sono quasi tutte estremamente melodiche, ma stavolta il livello compositivo è aumentato notevolmente, chiaro sintomo di maturazione. Già dall’iniziale “Posthuman Manifesto” si viene investiti da atmosfere fredde e melodie algide, con stacchi quadrati e chitarre che scavano a fondo. L’amalgama con il lato più metallico e brutale questa volta c’è, in un bilanciamento davvero perfetto che fa invidia a bands come Mnemic e Textures (non cito i Fear Factory, inarrivabili per chiunque).
Pur preferendo un approccio maggiormente violento e quadrato devo ammettere che in questo caso un lieve sbilanciamento del sound andrebbe a discapito dell’economia dell’intero disco. Sembra assurdo quel che sto per dire, ma i Sybreed sembrano aver davvero trovato la quadratura del cerchio. Canzoni violente ma al tempo stesso melodiche, sempre variegate, dove la melodia non (sempre) mitiga l’approccio violento dei pezzi ma (spesso) lo esalta.
Per certi versi questo disco fa vacillare alcune mie certezze in merito, soprattutto l’ascolto di un pezzo come “Red Nova Ignition”. Un pezzo assolutamente folle e allucinato, che mostra sprazzi di talento che mai immaginavamo di poter riferire alla band svizzera. Un pezzo che rispecchia a pieno il concetto di musica progressiva, una sinfonia nella quale le diverse componenti del sound inscenano una prova corale perfetta.
In generale il livello generale delle canzoni è elevato, pur con qualche riempitivo e qualche passaggio scontato. Resta comunque il fatto che un’ora di musica, di questa musica, è troppa. I Sybreed devono imparare il senso della misura.
Ad ogni modo i notevoli passi avanti dal punto di vista compositivo mitigano gli aspetti negativi di questo “God Is An Automaton” che, pur non inventando niente, ci presenta un valido esempio di metal moderno, suonato con convinzione e bravura.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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