Intitolare il proprio disco in questo modo può essere veramente rischioso e rivelarsi la classica "arma a doppio taglio" … come giustificare una scelta del genere, se poi il risultato si rivelasse un'emerita schifezza? Fortunatamente per loro (e anche per noi), questo dischetto, riesce a sostenere quasi completamente il peso di un titolo così impegnativo. A dire la verità, prima di ascoltare questo "Exceptional", non conoscevo i Wicked Sensation, che a quanto pare già all'epoca del loro debutto "Reflected" targato 2002, avevano destato sensazioni positive, grazie ad una buona prova che vedeva coinvolti il cantante Robert Soeterboek (già collaboratore di Ayreon, Lana Lane, Eric Norlander…), Damien Wilson (Threshold) alle backing vocals, Dennis Ward (bassista dei Pink Cream 69) in sede di produzione e registrazione e Arjen Lucassen (Ayreon, ex-Vengeance), che si era occupato di supervisionare le registrazioni vocali.
In questo follow-up l'unico intervento "illustre", esterno alla band, è stato quello di Andi Deris che ha offerto la sua esperienza in fase d'arrangiamento e pre-produzione… ed, in effetti, qualche punto di contatto tra l'ex-gruppo dell'attuale singer degli Helloween - i Pink Cream 69 - e i nostri Wicked Sensation, è presente anche se in modo molto marginale.
In "Exceptional", Robert Soeterboek viene sostituito da una vecchia conoscenza dell'hard rock / class metal europeo, quel Fernando Garcia, che aveva impreziosito, con la sua stentorea vocalità, alcuni dischi dei teutonici Victory, tra l'88 e il '96 (tra cui ricordo con piacere soprattutto "Temples of gold") nonché reduce dalla non troppo convincente prova con i Biss. E' proprio il cantante spagnolo la vera sorpresa del disco; la sua prestazione è veramente pregevole, sinceramente non lo ricordavo così bravo: potente, espressivo, melodico quando necessario … nell'arco dell'intero platter dimostra di possedere praticamente tutte le doti indispensabili ad un rock singer di livello. Il resto della band non è da meno: i due chitarristi sono semplicemente perfetti, sia come riff-makers, sia come solisti e i groove che infarciscono quasi tutte le tracce del disco sono di assoluta eccellenza; la sezione ritmica è precisa e potente così come gli interventi di tastiera, pur senza virtuosismi, sono puntuali ed eseguiti con gusto. Dopo un breve intro, si comincia con l'assalto all'arma bianca di "Shining light", veramente "eccezionale" … riff di chitarra cattivo e la voce di Fernando semplicemente grandiosa … e che dire del solo finale? Pezzo davvero grande!! La successiva "Back to my bed", mantiene le promesse dell'opening track; l'andamento in questo caso è più lento e melodico, ma il groove creato dal guitar work è veramente spettacolare e il cantante esprime ancora una volta, in modo eloquente, tutte le sue potenzialità espressive. "We arise" inizia come una hard rock song un po' più tradizionale, nella quale si segnalano il sempre ottimo Garcia, l'intervento dell'hammond di Bernd Spitzner, un bel guitar solo e un break centrale un po' più progressivo. Il pianoforte introduce "Your beat inside my heart", un altro highlight del cd, nel quale il cantato è nuovamente stratosferico e accattivante e i riffs di chitarra sono veri killer. Grande "tiro" anche per "The one you love ain't me", maggiormente melodica, soprattutto nel coro e per l'anthemica title track, la quale, introdotta da un breve intervento delle tastiere, si rivela come una potente traccia hard, perfetta per le esibizioni dal vivo. "Kiss it away" è un'altra delle mie canzoni preferite: riff d'altri tempi e linee vocali melodiche ma energiche che sfociano in una strofa a più voci molto godibile, così come la successiva "Dying with the wind", un'insolita simil-ballad molto ispirata, dal mood malinconico, sostenuta dalle tastiere e contraddistinta, ancora una volta dalla prova del vocalist, che svela il suo lato più riflessivo. C'è ancora tempo per "Time will pass me by", altro hard rock melodico, la speed track "My own misery" ideale per tutti gli headbangers e la conclusiva "Rain on me" un episodio certamente più canonico, molto vicino all'hard americano anni '80.
Era veramente molto tempo che non rimanevo così piacevolmente impressionato da un album di "puro" hard rock … semplice, diretto, powerful, che riesce ad essere al tempo stesso classico e sufficientemente moderno, caratterizzato da eccellenti canzoni composte e suonate da musicisti che conoscono ancora l'arte di creare quell'alchimia che, senza sterili virtuosismi, è in grado di colpire il cuore (…anche se di metallo) e i sensi di ogni rocker che si possa dichiarare tale.
Ritrovare poi le capacità di Fernando Garcia è stato come incontrare un vecchio amico del quale non avevi notizie da qualche tempo e ritrovarlo però ancora in perfetta forma (se non addirittura migliorato) … la vecchia scuola non tradisce! ... e per quanto mi riguarda mi toccherà scartabellare nei miei archivi e riascoltare i suoi vecchi lavori!
In definitiva … comprare please!!
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