Primo
full-length per i
Vanz, valenti continuatori della nobile tradizione sonora che predica l’incontro tra
punk viscerale e le esuberanti armonie del migliore
pop n’ roll, qui contaminate da un pizzico di attitudine
alternative, a rendere il prodotto ancora più “moderno” e commercialmente appetibile.
Come già accaduto durante l’ascolto dei due precedenti
Ep “gemelli” “Self destruction” e “Self reconstruction”, esaminati a suo tempo su queste stesse colonne, anche in questo caso le sensazioni di vago manierismo e di una lieve superficialità indirizzata ad una fruizione “usa & getta”, di derivazione tipicamente “giovanilistica”, continuano a minare l’efficacia a lungo termine del disco, ma allo stesso tempo è necessario rilevare una certa maturazione della
band grossetana che in questo “Avenge the surfers” riesce a ridurre leggermente l’incidenza dei suoi modelli e a rendere il songwriting più personale, ostentando una migliore capacità nel tradurre le “solite vecchie lezioni” in una riproposizione abbastanza stimolante e “sentita”.
La devozione per i maestri, identificabili principalmente nei Green Day (a cui aggiungere un bel po’ di altri occasionali precettori … da Bad Religion ai Social Distortion, finendo dalle parti di Offspring, Bombshell Rocks, Face To Face, Millencolin e Goo Goo Dolls …) e nel loro “consapevole” percorso evolutivo, è ancora profonda e palese eppure l’accresciuta perizia del gruppo nel conferire a sequenze collaudate la forza e il carisma di una “bella canzone”, in un saggio connubio tra rabbia, malinconia, melodia e svago, restituisce una quarantina di minuti di musica capace di porre un efficiente
rimedio alla stanchezza e alla depressione, offrendo uno spettro sensoriale che non trascura nemmeno bagliori di
volatile frustrazione.
In tale situazione, lasciarsi contagiare istantaneamente dalle frizzanti "Bloody bagus”, “Remembering” e "Stay still” o dalle più meditate “Science of dreamers”, “Keep fallin” e “Silver coast” sarà
quasi inevitabile, mentre è ancora più agevole pronosticare un impatto anche superiore per “Endless summer”, “Party crasher” (Beach Boys
meets Offspring!) e "Sandy” “robetta” diretta e impulsiva, perfetta per le programmazioni radiofoniche e per gli
iPod delle nuove generazioni tecnologiche di
punk-rockers.
Se poi cercate qualcosa in grado di compiacere ulteriormente il vostro lato inquieto e alternativo, "Through your eyes” (con un lieve alone di Smashing Pumpkins …) e la
title-track sono certo forniranno gli stimoli adeguati a soddisfare ampiamente la contingente necessità, a dimostrazione delle ampliate doti del gruppo toscano anche in questo particolare settore stilistico.
In conclusione non mi resta che ribadire le consistenti possibilità dei Vanz nell’agguerrita competizione del mercato
mainstream, aggiungendo un plauso supplementare per i sintomi di una forma d’incoraggiante “crescita” interpretativa … provare a coltivare ambizioni espressive ancora maggiori e ambire ad un superiore coefficiente di autonomia rappresenta, invece, come di consueto, la “sfida artistica” a cui, una formazione dotata come questa, non dovrebbe proprio sottrarsi.
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