State ancora lì a cercare un’accordatura ancora più bassa per le vostre chitarre? indecisi tra un basso a quattro o a sei corde? E per la doppia cassa nella batteria come la mettiamo???
Ma come? Anche voi… siamo nel terzo millennio, ormai il metal si è evoluto, svendete tutta quella robaccia inutile, gettate via stivaloni, borchie e quant’altro, indossate una bella tunica lunga e iniziate ad allenare le vostre ugole.
Credo non ci sia bisogno di specificare che questa è una provocazione, così come una provocazione era sembrata la proposta
Assembly of Light, un coro tutto al femminile con base a Providence, Rhode Island.
La cosa già suonava strana per le nostre pagine virtuali ed effettivamente lo è, eccome; voci eteree e angeliche che instaurano, in un canto a cappella, una polifonia (da crisi) mistica, nella maggior parte dei casi senza l’ausilio di componenti strumentali. L’album, che porta il nome dell’ensemble, è composto da sei brani di cui quattro sono realizzati con le caratteristiche appena indicate e con un ascolto non troppo attento rischiano di sembrare ripetitivi, pur riconoscendo loro una grazia e delle qualità canore di alto livello (anche troppo alto!).
Per dirla all’inglese, non è esattamente la nostra tazza di thè!
Ma il disco contiene due brani che mi hanno fatto pensare: e adesso come la mettiamo?
“Transition” realizzato con la collaborazione dell’accoppiata doom
The Body, rivela una sperimentazione doom/ambient e gli archi, il piano e soprattutto le voci e i suoni di sottofondo creano un’atmosfera oscura che conferisce al pezzo una lieve attitudine spettrale. Nell’altro brano,
“Treelight”, troviamo invece la voce di
Alexis Marshall dei noisecores americani
The Daughter per un effetto teatrale, come di un monologo turbolento accompagnato dalla dissolvenza delle voci delle coriste.
Detto questo, dal punto di vista sperimentale -per quanto riguarda esclusivamente questi due brani- Assembly of Light può essere considerato una nuova avanguardia con delle sfaccettature inconsuete ma senza dubbio interessanti che meritano almeno quei dieci minuti di attenzione.
Se volete potete ascoltarlo interamente in streaming cliccando
qui.
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