Copertina 10

Info

Past
Genere:Prog Rock
Anno di uscita:1985
Durata:41 min.
Etichetta:EMI

Tracklist

  1. PSEUDO SILK KIMONO
  2. KAYLEIGH
  3. LAVENDER
  4. BITTER SUITE
  5. HEART OF LOTHIAN
  6. WATERHOLE (EXPRESSO BONGO)
  7. LORDS OF THE BACKSTAGE
  8. BLIND CURVE
  9. CHILDHOODS END?
  10. WHITE FEATHER

Line up

  • Fish: vocals
  • Steve Rothery: guitars
  • Mark Kelly: keys
  • Pete Trewavas: bass
  • Ian Mosley: drums

Voto medio utenti

I fan della prima ora probabilmente continuano a preferire l’esordio “Script for a Jester’s Tear”, che a un primo ascolto aveva fatto credere a una reunion della line-up originale dei Genesis (e proprio in questo, a mio avviso, sta il suo unico limite), ma è in “Misplaced Childhood” che si concretizza effettivamente il sound dei Marillion dell’era Fish. Si tratta di una sorta di autobiografia in musica e parole del cantante (il cui concept ha origine da un trip di 10 ore a base di LSD) che ha nei testi vari riferimenti alla vita passata dello scozzese: l’arcinota “Kayleigh” rimanderebbe a una ex fidanzata di nome Kay Lee (ma non ci metto la mano sul fuoco), “Heart of Lothian” ha nel titolo la regione scozzese Midlothian dove Fish è nato, e chi più ne ha più ne metta. Musicalmente è da considerarsi come un unico brano diviso sui lati A e B del vinile originario (un “Thick as a Brick” degli Anni Ottanta ma senza leitmotiv che si ripetono), già di per sé “un azzardo” per l’epoca di pubblicazione, idea di fatto contrastata dall’etichetta discografica che ha preteso un insieme di canzoni “circoscritte” con il compromesso di poterle legare tra loro in un unicum (tipo “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” per intenderci). Le influenze sono chiaramente quelle dei Genesis dell’era Peter Gabriel, smussate e attualizzate con una classe encomiabile che ha reso celebre la band e definito le coordinate stilistiche del cosiddetto “neo-progressive”: atmosfere nostalgiche del periodo d’oro del prog, produzioni meglio definite con dinamiche più contenute e compresse, forma-canzone maggiormente rispettata, inserti strumentali limitati e meno virtuosistici in favore delle parti cantate. Un disco estremamente “morbido” (in particolare nell’edizione rimasterizzata nel 1998 da Peter Mew), che alterna sapientemente colori e sfumature più cupe (come si evince dalla copertina) senza mai risultare noioso.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni
Misplaced childhood by Marillion

Sono grandiosi crateri ardenti,profondi e luminosi-a maturita', eremiti nel deserto che bevono come spugne di gomma. Come palloni-sonda che superano i normali palloni.Il ciclo delle loro storie non si arresta ed ecco :Misplaced childhood:l'eroe a dar man forte ambisce a proclamare unione tra giullare e "stato delle cose"(sul tema delle infanzie perdute).Un altro 'contributo' all'evoluzione del neo progressive

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 dic 2015 alle 10:13

E vai! Attendo con ansia. Disco meraviglioso. scrivi scrivi...

Inserito il 01 dic 2015 alle 23:10

I Marillion sono una droga. Vero. Ma la mia dose è Marbles. Quasi quasi ne faccio io la rece...

Inserito il 28 nov 2015 alle 19:45

ho sempre preferito i Marillion era Hogarth...ma sempre una grandissima band già dagli esordi!! Condivido. Non saprei calcolare quante volte ho sentito questo disco in vita mia. I Marillion sono una droga. ora me lo rimetto, in onore di Gabriele

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