Copertina 6

Info

Anno di uscita:2012
Durata:39 min.
Etichetta:Black Tears of Death

Tracklist

  1. INTRO
  2. FROM THE SEA
  3. THE PLAGUE
  4. PLEASURE OF HEL
  5. RED GIANT SLAYER
  6. MY SORROW
  7. NO SACRIFICE NO GLORY
  8. FEARLESS
  9. DREAM
  10. SEE YOU IN VALHALL
  11. FARWELL

Line up

  • Seba Algiz: vocals
  • Davide Dave: guitar
  • Luca Bloodymaster: guitar
  • Gabry Dedrick: bass
  • Mauri Munin: bass
  • Iskandar Tato: drums

Voto medio utenti

Affilate le asce, riempite la stiva del drakkar, salutate le vostre famiglie… si salpa!! Questo sembrano suggerirvi gli Icethrone, combo genovese dedito anima e corpo al viking metal di stampo svedese alla Amon Amarth. Peccato, però, che dietro le (buone) intenzioni non ci sia un altrettanto convincente approccio compositivo. Pochi gli spunti realmente viking, limitati a qualche parte acustica, che però non viene sviluppata a dovere e resta quindi fine a sé stessa. Per il resto ci troviamo dinanzi ad un death metal senza infamia e senza lode, che poco aggiunge alla scena in questione, ma soprattutto poche speranze dà al gruppo, destinato, se questi sono i risultati, a rimanere pericolosamente nell’anonimato. Alla band manca personalità, così come ai brani mancano quei riff vincenti, epici ed avvincenti assolutamente necessari quando si approccia a questo genere. Partiture spesso lente, semplici (ma nell’accezione peggiore del termine), prive di mordente, si trascinano stancamente per tutta la durata del CD, lasciando l’ascoltatore abbastanza indifferente. E non bastano certo un po’ di tastiere inserite qua e là, o le parti acustiche a cui accennavamo prima, per elevare il valore di “See you in Valhall”, fatta eccezione per la conclusiva “Farewell”, davvero molto bella. Né tanto meno basta trattare di mitologia scandinava (poi perché, vista la quantità di storia e mitologia della nostra cultura? Ma questa resta una mia personalissima opinione, sia chiaro…) o una copertina epica per poter competere con chi, anni addietro, queste sonorità le ha inventate di sana pianta. La strada per gli Icethrone quindi è ancora molto lunga, e faticosamente in salita. Certo, qualche spunto qua e là c’è pure, e fa ben sperare per il futuro del gruppo, ma per adesso non mi sento di poter andare oltre una striminzita sufficienza, per un disco ancora decisamente acerbo e impersonale.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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