Che lieta e bellissima sorpresa questa regalataci dai
Vision Divine! Non che ci abbiano abituato in tutti questi anni a delle fetenzie, ma a dirla sinceramente il precedente album "
9 Degrees West of the Moon", che aveva segnato il ritorno in formazione di
Fabio Lione dopo l'uscita di
Michele Luppi, ci era sembrato solamente "carino", senza entusiasmarci più di troppo e soprattutto senza reggere alla prova del tempo, finendo un po' dimenticato in qualche scaffale dopo poco tempo.
Tutt'altra storia quella del nuovo "
Destination Set to Nowhere", un album che nasce sotto una stella decisamente più positiva, che convince alla grande sin dall'inizio e che soprattutto non teme il passare del tempo, dato che dopo quasi due mesi di ascolto (per webzine o magazine che siano è un tempo biblico, dato che a volte va consegnato tutto dopo un rapidissimo ascolto...) ha girato incessamente nel mio stereo senza cedere di un millimetro: merito di un mix di elementi, in primis la perfetta adesione tra la musica e la voce di Fabio Lione, che percorre linee vocali e melodie esaltanti, molto più efficaci, non solo del recente passato ma a nostro avviso di ogni disco passato con Fabio dietro al microfono e che più di una volta ci hanno ricordato il leggendario "
A New Religion" degli
Athena che furono.
Oltre a questo, una straordinaria naturalezza del songwriting che vede il tutto miscelarsi con eleganza e classe, con lo stile italiano tipico di
Olaf Thorsen e dei suoi soci, ogni sfaccettatura dei VD, quelli più melodiosi e progressivi e quelli più aggressivi e tirati ("
The Dream Maker" e "
The House of the Angels" ne sono due ottimi esempi), sebbene tutto il disco viri maggiormente in direzione più classica, abbandonando le architetture del passato e concedendosi in maniera più aperta ad un power metal più diretto ed entusiasmante: l'apertura della già citata "
The Dream Maker" insieme alla seguente "
Beyond the Sun and Far Away" è da urlo, ma come detto questo album sfiora la perfezione e non teme crolli sulla distanza o fastidiose flessioni o punti morti, filando via che è una bellezza grazie alle splendide "
The Ark", uno dei migliori brani del lotto a nostro avviso, "
Mermaids from their Moons", già usata come anteprima in streaming, e la meravigliosa ballad "
Message to Home".
Anche il finale non delude le aspettative, mantenendo alto il pathos e confermando tutte le premesse suscitate da un avvio col botto: anche la produzione, molto migliorata rispetto al lavoro precedente, e la copertina sono sullo stesso livello e contribuiscono a rendere "
Destination Set to Nowhere" senza dubbio il disco più bello e maturo della carriera dei Vision Divine con Fabio Lione alla voce, eguagliando i capolavori "
Stream of Consciousness" e "
The Perfect Machine" con Michele Luppi, seppur un po' diversi a livello di sonorità e stile.
Indubbiamente un lavoro cristallino che va a piazzarsi tra i top album 2012 e che per l'ennesima volta ci consegna un disco di valore assoluto, da ascoltare e da godere per lungo, lungo tempo. Lunga vita all'accoppiata Vision Divine / Labyrinth ed ogni altro gruppo italico che porta avanti con forza e qualità il metal tricolore.