Terzo, incredibile passo in avanti per i
Theocracy, power/prog/christian band americana guidata dall’ugola strepitosa di
Matt Smith. E così, in pochissimi anni, sti cinque ragazzi americani hanno saputo costruirsi una reputazione più che buona, grazie ad una gran perizia agli strumenti e ad una manciata di canzoni una più bella dell’altra, parto del succitato Smith, un tempo unico artefice del progetto Theocracy, adesso splendido cantante, con velleità da tastierista. Alle sue spalle, la band ricama del gran class metal, che in questo terzo “
As the World Bleeds” continua a mescolare power, prog, AOR e dio solo sa cos’altro, riuscendo a rimandarmi alla mente un po’ gli Avantasia, un po’ i Royal Hunt del periodo Cooper, pur avendo un impatto chitarristico più heavy dei due act precedenti.
“As the World Bleeds” inizia col botto: “
I Am” è un brano lungo e semplicemente sorprendente, in cui le tematiche a sfondo religioso di Matt vengono eviscerate con un testo degno di nota, ed un crescendo vocale che fa davvero venire i brividi. La produzione cristallina, avvertibile ascoltando il cd in cuffia, non fa che mettere in risalto le incredibili doti dei 5, che nel solo primo brano ci forniscono un motivo sufficiente a comprare questo album: un riff via l’altro, una partitura ed uno stacco in dispari prima e dopo una cavalcata power ed un momento lirico e sussurrrato, in undici minuti di canzone ci sta abbastanza roba per fare tre-quattro album decenti di una qualsiasi altra band, e non sto scherzando. Ma siamo solo all’inizio: provate ad ascoltare la successiva “
The Master Storyteller”, e ditemi se non vi ricorda il meglio che il power anni ’90 ci ha regalato, pezzo breve quanto emblematico. Potremmo andare avanti così fino alla fine: il metal raffinato eppur potente dei Theocracy sa assumere molteplici sfumature… Cori arabeggianti ed atmosfere di matrice Kamelot in “
Nailed”, cavalcate maideniane in “
Hide in the Fairytale”, suggestioni acustiche ed AOR in “
The Gift of Music” (che sembra sgorgata dalla penna del Neal Morse più ispirato), il power puro che più puro non si può in “
30 Pieces of Silver”, l’epica drammaticità di “
Drown”, l’hard rock vocale e trascinante in “
Altar to the Unknown God”, un happy metal in puro stile Helloween nel mini-capolavoro “
Light of the World”, e la perfezione di un brano scritto da dio (no, non ‘quel’ Dio, Matt, e che cacchio!) e suonato/cantato ancora meglio nella conclusiva title-track, che parte in punta di pianoforte e voce, per poi crescere fino ad un riffing centrale power/prog, a cavallo tra Symphony X e Shadow Gallery.
Facile tirare le somme: al cinquecentesimo ascolto, “
As the World Bleeds” mi piace, mi conquista, mi convince, dimostrando una longevità all’ascolto che pochi, pochi albums sanno avere ai giorni nostri. Complimenti sperticati ai giovani Theocracy, capaci in pochi anni di consolidare una reputazione che, ne sono sicuro, non può che crescere. Certa gente nasce con tutte le fortune…