Quando si parla di “super-gruppo” il mondo degli ascoltatori si divide in due: c’è chi si mette le mani nei capelli (invocando santi e divinità dalle più disparate provenienze religiose) e chi invece va in brodo di giuggiole (con conseguente stato catatonico). Io, serenamente, ammetto di appartenere alla seconda categoria (come è giusto che sia per un fan accanito degli Emerson Lake & Palmer, aggiungo). Gli inseparabili
Mike Portnoy e
Neal Morse questa volta uniscono le loro forze a quelle di (sua maestà)
Steve Morse,
Dave LaRue e il meno noto, ma azzeccatissimo, cantante
Casey McPherson. Un po’ di paura per qualche “sbrodolata” c’era, lo ammetto, data la caratura dei musicisti coinvolti, ma alla fine il risultato è proprio quello anticipato dalla band (e sperato fino all’ultimo dal sottoscritto): un disco pop/rock (sì, avete letto bene) godibile, ben suonato e ben prodotto. Dall’iniziale “Blue Ocean” (a metà strada tra Doors e Deep Purple) alla conclusiva e più progressiva “Infinite Fire”, i cinque ci regalano brani dall’appeal quasi radiofonico, “semplici” nel senso positivo del termine e musicalmente sempre accattivanti. La sorpresa è sicuramente il semi-sconosciuto frontman texano, dall’ugola calda e morbida, che riesce a donare alle tracce quel “quid” che un cantante più prettamente metal avrebbe tralasciato. Sulla prova dei musicisti non c’è ovviamente niente da dire (sarebbe preoccupante il contrario), curata ed equilibrata: il rischio di certe operazioni a tavolino è di “suonare sempre tutto tutti”, ma i nostri non sono dei novellini e non ci cascano. Nota di merito finale per la copertina, a mio avviso davvero stupenda. Lunga vita ai
Colori Volanti!
A cura di Gabriele Marangoni
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