Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:58 min.
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. OÙ SE TROUVE LA MORT ?
  2. THE END OF A SUB-ELITIST ADDICTION 3. ART OR CANCER
  3. THE OTHER RAT
  4. MOTHER AND WHORE
  5. STATIC INVOLUTION
  6. L'INDÉCISION D'ÊTRE
  7. KEEPING THE STRUCTURE

Line up

  • A.K. : Guitars, keyboards, programming, samples, vocals
  • N. : Drums
  • G. : Vocals
  • S. : Vocals

Voto medio utenti

Il bianco ed il nero.

I colori che adornano l'artwork dell'esordio per i francesi Decline of the I.
Colori perfetti, tra oscurità e asettico chiarore, per dipingere la musica del gruppo.
Post black metal, per gli amanti delle etichette e delle categorizzazioni ad ogni costo.
Una definizione che non restituisce però il senso e l'umore di questo album. Un album che è un puzzle di esperienze ed influenze diverse che riescono ad unire, sotto un'unica plumbea cappa di apocalittico grigiore, suggestioni doom, black metal, sludge, dark ambient ed elettronica minimale.
Il risultato di queste commistioni, supportato dalla decennale esperienza del leader A.K. in band come Merrimack e Vorkreist tra le altre, è un suono freddo, minaccioso, quasi asfissiante che ha la capacità di tenere sempre alta la tensione e quel senso di smarrimento che si prova ad ascoltare una musica come questa.
"Inhibition" non è certamente un album facile da digerire come non lo sarebbe nessuna proposta atta a far convergere l'insegnamento di band come Neurosis, Shining, Satyricon di "Rebel Extravaganza", all'interno di canali sperimentali nei quali l'elettronica, dosata con intelligenza, chiude il cerchio di una musica difficilmente ignorabile alle orecchie di chi ama l'estremo.
Questo primo parto dei Decline of the I è l'atto primo di una trilogia che andrà a sviscerare il disagio esistenziale dell'essere umano e le sue reazioni per svincolarsi dal dolore e dal buio della vita:
l'inibizione è la prima tappa alla quale faranno seguito la ribellione ("Rebellion") ed infine la fuga ("Escape") per esplorare, quindi, un concept molto interessante ed in linea con la musica del gruppo.
Una musica, lo sottolineo ancora, disturbante, quasi schizofrenica che si muove costantemente a basse velocità amplificando, ulteriormente, l'angoscia che sprigiona da chitarre dure come un muro arruginito e da vocals malate e opprimenti.

Non vi ho parlato di un brano in particolare.
Non credo sia necessario.
"Inhibition" è un unico, lancinante, urlo di dolore da assaporare tutto insieme.
Non sorprendetevi se, alla fine, una sottile patina di angoscia vi avvolgerà come la nebbia fa con il mondo sul quale cala.
Album da amare.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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