Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:44 min.
Etichetta:The Unlimited Records

Tracklist

  1. BLESSED ARE THE DEVILS
  2. SHIVERS
  3. REVENANT
  4. BACKYARD GRAVEYARD
  5. BLEEDING BLACK
  6. 1987
  7. HIGH TIDE
  8. ON THE DAY OF THE DEADS
  9. THE RIDDLE
  10. SPIRITS
  11. DEAD EYES

Line up

  • David Riganelli: vocals
  • Francesco Riganelli: guitar
  • Daniele Petri: bass
  • Marco: drums

Voto medio utenti

Gli Zombie Scars, toscani, si sono formati al principio dell’anno scorso, dopo aver militato in altre metal bands della zona. Dopo un Ep distribuito gratuitamente in rete ed una attività live piuttosto intensa, il quartetto realizza ora il primo full lenght per l’etichetta The Unlimited Records.
Sebbene tecnicamente preparato, il gruppo evidenzia uno stile ancora in divenire. Infatti le differenze tra i brani sono ancora nette, cosa che desta l’impressione di una direzione musicale piuttosto ondivaga.
Le soluzioni più gettonate dal gruppo ci portano verso un thrash blindato alla Pantera, dai ritmi serrati e chitarrismo massiccio, vedi la bellicosa e tirata “Blessed are the devils” oppure le altrettanto potenti “Backyard graveyard” e “High tide”. Questo sembra l’ambito nel quale gli Zombie Scars si muovono con maggior sicurezza, probabilmente mettendo a frutto le loro passate esperienze musicali. Poi troviamo episodi un po’ differenti, alcuni decisamente interessanti altri meno.Tra i primi possiamo annoverare un paio di pezzi heavy metal dalle coordinate più classiche, cioè le ottime “Bleeding black” e “Spirits”, che vantano un tiro maggiormente arioso ed una atmosfera vagamente sabbathiana. Sullo stesso genere, ma più anonime, anche “Shivers”, “The riddle” e la rockeggiante “Dead eyes”.
Più discutibili le incursioni melodiche che sfiorano quasi il post-rock: se la title-track regge in maniera discreta, va molto peggio con la semi-ballad “1987” davvero debole. Meglio “On the day of the deads”, che vanta forse il ritornello più catchy dell’album ed esprime un groove heavy rock sul quale varrebbe la pena investire.
Siccome il gruppo esiste da non molto tempo, il lavoro può essere considerato sufficentemente valido, specie sotto l’aspetto tecnico e strumentale. Occorre però che il quartetto organizzi meglio la proposta, fornendo una linea unitaria e cercando di accrescere l’impronta personale. Se così sarà, la prossima volta gli Zombie Scars potrebbero sorprenderci con qualcosa di ottimo spessore.

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