Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. DOMINION OF DARKNESS
  2. SERMON OF DEATH
  3. DECEIVER'S CHAMBER
  4. NECROMANCER'S RETURN
  5. BELL OF THE ANTICHRIST
  6. SATANIC DESTRUCTOR
  7. HELLBRINGER
  8. THE RITES OF EVIL
  9. DEMON'S BLOOD

Line up

  • Josh Bennett: Drums
  • Luke Bennett: Vocals (lead), Bass
  • James Lewis: Guitar, Vocals (backing)

Voto medio utenti

Nati come Forgery nel 2007, gli australiani Hellbringer danno alle stampe "Dominio of Darkness" che è il loro primo abum di lunga durata dopo l'EP omonimo pubblicato un paio di anni fa.
Siamo in pieno revival thrash anni '80, con particolare riferimento alla scena tedesca e quindi a band seminali come Kreator e , soprattutto in questo caso, Sodom.
Potrei benissimo fermarmi qui dal momento che il terzetto non aggiunge nulla di nuovo a quanto fatto da Tom Angelripper e soci con i loro primi lavori, ma si limita a ripetere strutture ben più che collaudate.
Eppure a me questo lavoro è piaciuto: i ragazzi hanno attitudine, talento e la giusta dote di "devozione" alla causa, tutti elementi questi che li hanno portati ad incidere una manciata di brani che saranno una delizia per le orecchie di chi ha amato il suono di album entrati nel mito come "Persecution Mania" o "Pleasure to Kill" o di chi è stanco delle megaproduzioni odierne con annessi, orripilanti, coretti melodici del metalcore oggi imperante.
Gli Hellbringer sono gente autentica, fanno musica semplice, 4/4 a manetta, picchiano duro, sudano, hanno dalla loro ottimi riff e vocals al vetriolo, non sanno proprio cosa sia l'originalità e, soprattutto, sono australiani cosa che nel metal è, più o meno sempre, garanzia di qualità.

Fate come me: mettete su questo CD, chiudete gli occhi e fate finta di avere ancora 18/20 anni e di godere di un'epoca in cui i Metallica non erano ancora le puttane che sono oggi.
Se quell'età l'avete davvero, probabilmente starete pensando che gente come gli Avenged Sevenfold siano degli artisti e quindi non capirete un album come questo.

Revival!
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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