Parlare semplicemente di hardcore in casa Locked In rischia di essere dannatamente limitante: non avendo mai avuto occasione di ascoltare il loro debutto "
Walk The Plank", uscito nel 2008 per la label
Hurry Up! Records, ed avendo letto qualcosa sul web in merito a quel lavoro mi aspettavo qualcosa di più canonico e specialmente di più accessibile; in realtà "
The Rebellion", secondo album dopo l'intramezzo di un EP dal titolo "
Among Sharks" e tante date dal vivo con bands blasonate, su tutte
Death Before Dishonor, contiente molto più che semplice hardcore, è un lavoro dalle molteplici sfumature, ma che basa la propria nervatura su un territorio assai pesante e monolitico, molto "metal" in senso stretto, con soluzioni che senza indugi possono richiamare il pensiero a tutt'altri generi, come il thrash metal più spinto e talvolta anche un death metal di scuola svedese (non melodica! parliamo di
The Crown e soci), con qualche finezza qua e là che non fa mai male, anzi arricchisce la proposta del combo perugino, basti ascoltare la parte finale della bella "
Assassins".
Non ci sono facili concessioni alla melodica, anzi a dirla tutta non ce ne sono nemmeno di difficili, come detto "
The Rebellion" è una misurata mazzata nei denti, misurata nel senso che non si ha una sensazione di cerchio alla testa al termine dell'ascolto ma solo una gran voglia di scapocciare ed urlare a gran voce i trascinanti cori disseminati lungo il disco come feroci urla di battaglia.
Da segnalare la presenza del singer dei
Fleshgod Apocalypse Tommaso nella titletrack che a fine lavoro viene reinterpretata in versione "
Fra N Quentin" che non so cosa voglia dire di preciso ma che poteva essere evitata per il bene del disco stesso, dato che c'entra come un bel gelato alla crema durante un antipasto di terra, sebbene come esperimento non sia poi così male.
Nonostante questo ci sentiamo di promuovere con merito questo "
The Rebellion", un disco ben costruito, ottimamente prodotto, variegato e soprattutto non noioso, che copre benissimo i 36 minuti di durata ed invoglia a rimetterlo presto nel lettore. Bollare i Locked In come pedisseque copie o comunque come i nuovi To Kill mi pare un po' limitante, basterebbe la doppietta "
Damnatio Memoriae" e "
Black Diamonds" per essere costretti ad un immediato allargamento dei propri orizzonti.
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