Copertina 6

Info

Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. ORIGIN
  2. VERTIGO
  3. H(A)UNTED
  4. TERRIFIER
  5. OF FEAR AND TOTAL CONTROL
  6. TEMPLE
  7. THE BLACK LODGE
  8. BEYOND LIFE AND DEATH
  9. TO THE VILLAINS
  10. KRYCEK
  11. SCOPOPHOBIA
  12. CATACOMBæ
  13. EPIPHANY

Line up

  • Nico Webers: Vocals
  • Simon Hawemann: Guitar
  • Daniel Oberländer: Guitar
  • Filip Hantusch: Bass
  • Paul Seidel: Drums

Voto medio utenti

Dopo i primi 3 album della loro discografia pubblicati dalla Listenable, i tedeschi War from a Harlot's Mouth rimangono in terra francese approdando alla Season of Mist, che in questi giorni sta dando alla luce il loro quarto lavoro intitolato "Voyeur", che non sposta di una virgola la loro direzione musicale, improntata ad un mathcore oltranzista, in cui le dissonanze, i numerosi break, i controtempo e le cacofonie la fanno continuamente da padroni, con zero concessioni a melodie, a regolarità od approcci piuttosto agevoli: solo a metà album, in "The Black Lodge" si ha un brevissimo accenno somigliamente vagamente ad un assolo, prima di ripiombare immediatamente in un blast beat che fa da sfondo a riffs malatissimi ed apparentemente - forse - senza senso.

L'ombra dei Meshuggah fa sempre comodo per inquadrare al meglio il sound della band capitanata dal singer Nico Webers, sempre più sguaiato ed indiavolato dietro al microfono, tuttavia c'è da dire che i War From A Harlot's Mouth hanno sviluppato negli anni una certa personalità e non si sono mai limitati al copiare pedissequamente qualcun altro cercando, con risultati a fortune alterne, di metterci sempre qualcosa del loro.

In "Voyeur" rispetto al passato ci sono meno digressioni fusion e jazz (grazie a Dio), il tutto è maggiormente improntato ad una miscela di death/hardcore tendente allo sludge, ipnotico, ripetitivo ed ossessivo, ostico oltre ogni livello, a volte tendente al noise più puro, ma c'è da dire che nonostante tutto questo la band di Berlino ha saputo conquistarsi una certa schiera di aficionados ed un discreto rispetto da parte di tutta la scena, sia da parte dell'audience sia da parte degli addetti ai lavori, anche grazie ad una spiccata ed efficace attitudine live.

Un disco che è letteralmente sfiancante nell'ascolto, roba da mal di testa se non si è più che addentrati in questo genere musicale, che non sposta gli equilibri ed il valore di una band che fino ad oggi ha sempre fatto tutto questo con sincerità e modestia; da provare solo per chi già li segue.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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