Band del Nord Carolina, i
Daylight Dies pubblicano il quarto album in una decina d’anni di carriera. L’esperienza maturata permette loro di offrire un melodic doom metal di buona qualità, nove brani di lunghezza medio-alta che contengono tutte le migliori caratteristiche del genere.
Rispetto a nomi da tempo affermati come Anathema o My Dying Bride, gli americani sottolineano maggiormente l’aspetto metallico senza perdere nulla in fatto di atmosfera. Infatti esplorano i lati più oscuri e depressivi della musica heavy, cercando sempre di mettere in luce la sofferenza, il disagio, i sentimenti negativi che si annidano nell’animo umano.
Lo fanno in particolare sfruttando forti contrasti, sia tra i passaggi potenti e rallentati e le aperture acustiche ed evocative, sia nell’avvicendarsi della voce growl e di quella pulita. In tale modo si alimentano i brani aggressivi, dove la componente heavy metal prende il sopravvento (“Infidel”, “The pale approach”), ma anche quelli intensi e riflessivi (“Sunset”, “Ghosting”).
Il lavoro dei Daylight Dies è quindi sufficientemente tradizionale e fluido per soddisfare gli appassionati del settore.
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