Nel nome ma ancor più chiaramente nel look, i nostrani
The Sinatra’s puntano sull’immaginario gangster della Detroit anni ’30. Idea piacevole, ma che nulla centra con la loro proposta musicale.
Dopo un breve intro, veniamo accolti dalla potenza metallica di “The new level”, nella quale un riffone veloce ed una ritmica battente sostengono l’urlo liberatorio di Nicola Sant’Agata, co-fondatore della band insieme al chitarrista Nelson Picone. In realtà la formazione ha preso vita nel 2005 come Out of Project, che in un lustro ha potuto realizzare un Ep ed un album completo. Con l’ingresso del batterista Gennaro Caserta, due anni fa, il nome è diventato quello attuale, ovvio riferimento al grande Frank “The Voice” Sinatra, crooner italoamericano in forte odore di mafia.
La linea compatta ed esplosiva del lavoro ci viene confermata dalla successiva “The sound of vipera”, dove si giunge ad un heavy in cui c’è l’eco dei Metallica (periodo Black Album) insieme alle melodie ed ai cori di un post-hardcore molto bellicoso. Non solo questo, comunque. Spicca il romantico strumentale acustico “Healing souls”, prima di tuffarci nuovamente nel tiro serrato alla Pantera di “Legacy”. Più rock oriented “Monolith”, che mantiene fede al suo titolo, per chiudere con la lunga “Hands full of stars” semi-ballad dallo sviluppo in crescendo non molto convincente.
Un buon disco, dunque. Tanta energia ed intensità, un gruppo che gioca sul contrasto tra l’immagine fuori moda ed un sound heavy metal dai contorni moderni ed affilati.
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