Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:48 min.
Etichetta:Hänsel & Gretel

Tracklist

  1. THE CAGE
  2. RUNAWAY TRAIN
  3. STANDBY PASSENGER
  4. ONE SHELL (IN THE CHAMBER)
  5. PUZZLE BOX
  6. WATCHMAN
  7. KEEP PUSHING ME
  8. GET UP
  9. DON’T THREATEN TO LOVE ME
  10. ANGELS OF WAR
  11. WARPAINT
  12. TEMPTATION

Line up

  • Don Chaffin: vocals
  • Dan Spitz: guitars, bass, programming
  • Chris Vrenna: synths, programming
  • Patrick Johansson: drums

Voto medio utenti

Sinceramente non so da dove partire per questa recensione… Incuriosito dal fatto che nel progetto
Red Lamb fossero coinvolti Dan Spitz e Dave Mustaine ho deciso di dare un’ascoltata al disco per vedere cosa avevano combinato i due. Beh, non vi nascondo che a primo impatto sono rimasto veramente basito… Il problema è semplicissimo… Nonostante MegaDave sia coinvolto solo come co-produttore e co-autore dei testi insieme allo stesso Spitz, ascoltando i brani sembra di avere a che fare con un album di outtakes dei Megadeth. La sua presenza, quindi, è ben più che ingombrante, e va a snaturare il lavoro compositivo di Dan, che solo raramente tira fuori qualche richiamo ai suoi Anthrax, muovendosi per lo più su coordinate riconducibili ad un metal moderno sulla scia di vecchi classici come “Only” o brani del periodo “Youthanasia”. A completare questo mezzo disastro c’ha pensato il singer Don Chaffin, che, non so per quale assurdo motivo, scimmiotta in maniera veramente ridicola e paradossale il timbro vocale del rosso lungo crinito singer dei Megadeth. Vi assicuro che la cosa è alquanto imbarazzante, e sembra davvero di ascoltare degli scarti della band di Mustaine, anche se bisogna dire che qua e là qualche sprazzo interessante salta pure fuori. Se il mio giudizio, quindi, dovesse basarsi solo ed esclusivamente sulla musica, una mezza stroncatura non gliela toglierebbe nessuno ai Red Lamb, perché a parte i guizzi a cui ho appena accennato, per il resto ci troviamo di fronte ad un disco suonato ottimamente, prodotto molto bene, ma che non ha anima, e appare come un semplice riciclo di idee già trite e ritrite partorite dai due protagonisti anni ed anni fa, e non stiamo neanche parlando della loro produzione migliore. Cos’è allora che salva l’album? Quello che c’è dietro… Il progetto Red Lamb, infatti, viene messo su due anni fa con uno scopo ben preciso, e cioè quello di sensibilizzare la gente riguardo una bruttissima malattia, la Sindrome di Kanner, meglio noto ai più come autismo. Inutile che stia qui a spiegarvi di cosa si tratta, vi basti sapere, però, che lo stesso Spitz ha due gemellini afflitti da questo brutto male. C’è quindi una forte componente sociale dietro la band, messa su dal chitarrista proprio per mantenere vivo il problema e farne parlare, oltre che per raccogliere fondi da destinare alla ricerca medica. Ecco quindi che, ancora una volta, il mondo del metal si dimostra, se mai ci fosse bisogno di sottolinearlo, l’esatto opposto dell’immaginario collettivo, che ha un’idea completamente distorta di questo splendido universo. Non è certo una novità, infatti, che i musicisti metal vadano a braccetto con temi sociali o con manifestazioni benefiche, e questa ne è l’ennesima dimostrazione. Dobbiamo prendere, quindi, questo gruppo per quello che è, e cioè un progetto ben specifico con obiettivi ben specifici. Certo, visti i personaggi coinvolti era lecito aspettarsi qualcosa che musicalmente fosse all’altezza dell’alto intento morale. Purtroppo così non è stato, per i motivi di cui vi ho già parlato prima, e quindi se escludiamo i sempre belli assoli di Dan e alcuni brani come “Runaway train”, la thrashosa “Puzzle box”, “Watchman” o la lenta ed intensa “Warpaint”, non resta tantissimo, salvo qualche riff qua e là… Peccato, davvero un’occasione sprecata per il nostro duo, che si è accontentato di un dischetto onesto ma che non punge. Se mai il gruppo avrà un seguito spero vivamente di trovarmi davanti a qualcosa di più entusiasmante. Per ora promosso più per i suoi intenti che per la musica…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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