In fatto di cloni di Ozzy Osbourne ritenevo che il simpatico Steve Hennessey degli Sheavy fosse praticamente insuperabile, visto che riesce ad imitarlo con una precisione certosina, ma nella vita c'è sempre il modo di ricredersi. In Svezia hanno trovato un'altra fotocopia vocale del Madman, ed anch'egli non scherza in quanto a perfezione emulativa. Si chiama Andy Alkman ed è il cantante degli Hellfueled. Questo quartetto, manco a dirlo, propone una musica esattamente identica a quella dell'Ozzy solista nei primi formidabili albums. Classico heavy metal di grande impatto, con buon spiegamento di riffs solidi ed immediati uniti a ritornelli potenti ed anthemici, tutt'al più con l'aggiunta di una leggera spruzzata di Black Label Society e di sonorità attuali lucide e scintillanti grazie alla produzione di Fredrik Nordstrom (Archenemy, Dimmu Borgir, In Flames). Gli Hellfueled non richiedono alcuna analisi approfondita, sono una clone-band a tutti gli effetti e ne sono certamente consapevoli. Per loro vale lo stesso discorso fatto per gli Sheavy, giustamente ed impeccabilmente tutti diranno che si tratta di una formazione dalla personalità originale vicina allo zero assoluto, per cui sostanzialmente inutile. Ma il disco non è comunque brutto, parecchie canzoni come "Let me out","Mindbreaker" o "Live my life" sono gli inni tosti e trascinanti che Ozzy non scrive più da anni e c'è più freschezza ed entusiasmo di tanti prodotti che fingono di essere innovativi ma alla fine sono stanchi ricicli della solita roba.
Quindi la faccenda è semplice, se avete consumato "Bark at the moon" fino alla noia e volete qualche nuovo brano di quel tipo, gli Hellfueled sono la scelta ideale. Se cercate anche un minimo di originalità, qui non ne troverete.
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