Era il 1986. Anagraficamente “soltanto” 26 anni fa, ma in realtà sono molti di più dal punto di vista evolutivo. Non c’era internet, i mezzi a disposizione per registrare un disco metal erano quelli che erano, ancora si usavano lettere e fanzine cartacee per diffondere il verbo, e c’era ancora quel bellissimo fenomeno che era il tape trading. In un’Italia assolutamente arretrata rispetto a paesi ben più avanti come Gran Bretagna o Germania, giusto per restare in Europa, qualcuno iniziava a muovere i primi passi, qualcuno li aveva già mossi, ma in ogni caso la situazione era molto triste e difficoltosa, anche se al tempo stesso genuina e verace. E c’erano poi alcune regioni in cui provare a fare qualcosa di diverso era ancora più complicato che altrove. Ed è in questo panorama che a Termoli, piccolissima cittadina di mare del Molise, gli
Excidium muovevano i primi passi. Prima band metal della regione, iniziano fin da subito a comporre propri brani seguendo quanto dettato solo due o tre anni prima da mostri sacri quali Slayer o Possessed. Grazie alle intuizioni del chitarrista e band master Danny Cinicolo i nostri riuscirono fin da subito, pur con uno stile per ovvie ragioni ancora un po’ acerbo, a farsi notare nel circuito underground, grazie appunto ad un massiccio tape trading che ha portato la loro musica in giro per l’Europa e li ha innalzati, nel giro di pochissimo tempo, allo status di cult band. In una regione dove dovevi faticare tre volte tanto per riuscire a registrare una demo tape decente, o per riuscire ad organizzare un live show, i nostri non demordono e infilano una demo dietro l’altra, portando avanti un’evoluzione stilistica che li ha treghettati dal thrash metal di stampo tipicamente americano ad un death metal ferale di chiaro stampo floridiano. Nel 1992 finalmente i nostri vedono fruttare i propri sforzi con la pubblicazione, dopo quattro demo tape, del 7” “Infecting the graves”, pubblicato dalla francese Adipocere Records. Purtroppo la sfiga è sempre dietro l’angolo, quindi ad un passo dalla pubblicazione del full e dopo la registrazione di una promo tape nel 1993, la band è costretta a sciogliersi, vedendo naufragare i propri sforzi accumulati in tanti anni di sacrifici. Storia simile a migliaia di altre band italiane dell’epoca, ma non per questo meno triste e amara. Fortunatamente un paio di anni fa la Despise The Sun Records ha deciso di mettere in cantiere questo progetto, diviso in due capitoli, che prevede la ristampa di tutto il materiale pubblicato all’epoca dai nostri. Questo primo CD contiene “Symphonies of death” (1986), “Virus tenebrarum” (1988) e, appunto, “Infecting the graves”, ripuliti e presentati con una bella copertina ad opera di Chris Moyen, che si ispira a quella del 7”, riattualizzandola secondo il proprio ormai famoso stile. Inutile dire che riascoltare i vecchi brani delle vecchie demo mi ha provocato notevoli emozioni, riportandomi indietro ad un periodo che purtroppo non esiste più, che aveva un sapore del tutto differente da quello attuale, e chi ha avuto la fortuna di viverlo può capire di cosa parlo. “Apocalypse corpse”, “Nuclear death”, “White chapel 1888”, “Vowed to death”, “Excidium rex” o “The exterminator” sono piccoli gioiellini di thrash grezzo e diretto come si usava fare all’epoca, nei quali già si poteva intravedere la maestria di Danny, specie negli assoli. Per non parlare dei due brani del 7”, la titletrack e “Defunto”, neri e putridi come la morte… Sapete qual è stata l’unica pecca degli Excidium? Quella di essere nati in questo buco di regione. Non dico in America, ma se già fossero stati a Roma o Milano sono certo che le sorti della loro carriera sarebbero state differenti. La pecca di questo CD, invece? Quella di non aver rispettato l’ordine cronologico delle uscite. Avrei preferito che al posto del 7” ci fosse stata la terza demo “Anthropophagy”, per far capire meglio, a chi non li conosceva già, l’evoluzione stilistica che ha portato la band dal thrash al death. Sinceramente non ho capito e non condivido questa scelta dell’etichetta, così come avrei reso più ricco il booklet, magari aggiungendo qualche foto d’epoca, o locandine di vecchi show. Spero che per il secondo volume le cose migliorino un po’ da questo punto di vista, dato che non ho alcun dubbio sul valore musicale dei brani che conterrà. Per adesso voglio consigliare questo CD ai nostalgici di un’epoca ormai andata, a chi conosceva il gruppo e non ha avuto la fortuna di avere tutte le demo, o anche a chi non ha la più pallida idea di chi siano gli Excidium ma ha voglia di conoscere una nuova band del nostro affollatissimo panorama musicale italiano. Penso che tutto sommato se lo meritino, in una sorta di rivalsa verso il fato avverso di qualche anno fa…
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