Album senza infamia e senza lode questo dei
Fullforce, che per chi non lo sapesse è la band fondata da
Magnus Rosen e
Stefan Elmgren dopo aver entrambi lasciato gli
Hammerfall, anche se dopo poco tempo il biondo e lungocrinito bassista ha abbandonato anche questa per incompatibilità artistiche, sostituito da
Tommy Larsson, ex
Dream Evil e
Heed... Per completare il quadro di famiglia troviamo
Anders Johansson, anche lui degli Hammerfall, alla batteria: insomma, una gran fantasia!
La direzione musicale però con la band di
Oscar Dronjak non c'entra nulla, accantonato completamente un certo power/classic metal molto ottantiano, qui si parla di un hard rock quasi AOR, molto easy listening, a volte sulle soglie del pop, e ad una produzione assai leggerina si affianca la voce di
Michael Andersson dei
Cloudscape, che è molto radiofonica, stile
Jimi Jamison, stile
Joe Lynn Turner, stile
Stan Bush, insomma avete capito.
Il discorsaccio è che sia questo "
Next Level" sia il precente "
One" sono album letteralmente inefficaci e composti in dieci minuti: l'esperienza dei musicisti in questione ovviamente fa sì che il disco sia decente, ben suonato, ma oltre al compitino svolto con diligenza non troviamo altro. I brani scorrono via uno diopo l'altro nell'assoluto anonimato, tutti troppo ordinari e perfettini per lasciare una qualsivoglia emozione.
La tripletta iniziale "
Broken Dreams", "
Break It ecc ecc" e "
Back to Life" è veramente esemplificativa in questo senso ed un po' sinceramente dispiace che gente così, che ha fatto dischi importanti nella storia del metal (basti pensare ad Anders con i dischi storici di Malmsteen) sia ridotta a cimentarsi in prove assolutamente prive di qualsivoglia motivo artistico e, diciamocelo pure, relegate all'oblio nel giro di poche settimane.
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