Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:Remedy
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. PREDATOR
  2. ADDICTED TO PAIN
  3. HOLLOW WORDS
  4. BURIED ALIVE
  5. COMING HOME
  6. DREAM'S ASSASSIN
  7. ESCAPE FROM NOWHERE
  8. OUTLAW
  9. WAITING FOREVER
  10. NIGHT OF THE WITCHES

Line up

  • Marko Osterholz: vocals
  • Niels Löffler: guitars
  • Max Schmieding: bass
  • Daniel Hinz: guitars
  • Sebastian Hinz: drums

Voto medio utenti

Se dovessi valutare il tasso di originalità di questo disco dalla copertina e dal nome adottato dal gruppo (che da pure il titolo all'album), il punteggio raggiunto sarebbe prossimo allo zero. Avete presente i Primal Fear, diciamo che il tasso di innovazione è quello, eppure rispetto ai loro ben più famosi e direi dotati cugini, i Predator sono meno monotematici. Non che si siano dimenticati dell'esistenza dei Judas Priest (ci stanno pure quà!), ma tra le loro ispirazioni fanno la loro apparizione Helloween e Gamma Ray (rispettivamente "Escape From Nowhere" e "Outlaw"), gli Iron Savior ("Coming Home") e per il fraseggio di chitarre anche gli immancabili Maiden. Poi, come se non bastasse, su "Hollow Words" e su "Buried Alive" (e qui ci trovo qualcosa dei Metallica) i Predator spaziano sino al Power Speed a stelle e strisce. Si potrebbe quasi definirli come dei Symphorce meno cerebrali e più immediati, dove è stata l'anima Power ad avere la meglio sulla sua controparte Thrash. Ottima la prestazione complessiva del gruppo, sospinto dal drumming poderoso di Sebastian Hinz (sorretto da una produzione davvero felice). Se la cavano alla grande anche Marko Osterholz e due chitarristi in forma smagliante, questi ultimi in grado di salvare dall'anonimato anche una insipida "Waiting Forever", canzone che toppa clamorosamente nel refrain, degno dei "peggiori" Metalium. Devo ammettere che per una volta tanto ho apprezzato anche la power ballad di turno, "Dream's Assassin" suonata e cantata con vera convinzione. Ovviamente gli preferisco l'attacco tellurico e tipicamente teutonico di "Escape From Nowhere", che grazie ad un ottimo refrain e alla superba prestazione di Niels Löffler e Daniel Hinz si pone come uno dei brani migliori del Cd, così come la dirompente ed heavy "Night Of The Witches", che (ma il titolo sarà un caso?) mi ricorda gli Stormwitch. Quest'ultima, come altre delle canzoni presenti sul disco, appartiene al vecchio repertorio del gruppo, quando si facevano chiamare Stromblade, nome con il quale hanno fatto la solita trafila di demo che li ha portati, dopo diverse peripezie, al contratto con la Remedy Records per incidere "Predator".
Uno dei debutti più frizzanti ed azzeccati degli ultimi tempi, certo senza curarsi troppo l'originalità...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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