Disco d’esordio per gli
Snailking, giovane trio di Kalmar, Svezia, contenente soltanto tre lunghi episodi. Il nome della band richiama un lavoro dei nostri Ufomammut, senza dubbio una delle evidenti influenze degli scandinavi. Il titolo “Samsara” suggerisce invece agganci con le religioni orientali, giacchè si tratta del ciclo di reincarnazione dell’anima, concetto condiviso da Induismo e Giainismo.
Si tratta di psichedelic sludge prevalentemente strumentale, con gli episodi che sfruttano la ripetizione ossessiva di pesanti riff condotti dal poderoso basso di Frans Levin, vera colonna portante della band. L’andamento è cadenzato e monolitico, talvolta pienamente doom (“In the wake”) oppure con un trip-groove sempre in agguato (“Shelter”). La voce compare solo per brevi tratti, sia in forma di canto vero e proprio e sia come sample declamanti, ed il terzetto preferisce concentrarsi sulla compattezza d’impatto anziché sulle fughe solistiche o sulle improvvisazioni.
Alla fine sono gli stessi Snailking ad indicare le loro fonti d’ispirazione, cioè Yob, Sleep, Electric Wizard, oltre al gruppo nostrano già citato, pur se siamo ancora lontani dai medesimi livelli di songwriting.
Come esordio non è male, sebbene in alcune parti affiori un pizzico di tedio. Chissà se in futuro la band svedese sarà in grado di evolvere il proprio stile su più alti livelli di fantasia e creatività.
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