Seguo l'evoluzione artistica di
Riccardo Prencipe sin dal '99, quando nacque il progetto Lupercalia, di cui ho ancora il demo Les Nuits des Samain. Dopo il primo album Soehrimnir, uscito nel 2000, e Florilegium nel 2004 il nome è cambiato in quello attuale e sono usciti altri quattro dischi, l'ultimo dei quali è questo
A Hail of Bitter Almonds, fin dal nome dedicato al Mediterraneo ed in particolare al Sud Italia. Passati dal gothic neoclassico al folk, troviamo qui un misto di folk, appunto, progressive rock, di nuovo neoclassicismo e musica mediterranea. Le melodie e gli arpeggi hanno una impostazione classica (Prencipe è diplomato in chitarra classica). Da notare guests del calibro degli Ashram e l'ex Anathema Duncan Patterson al mandolino irlandese. Splendide le quattro voci femminili e quella maschile di Sergio Panarella, che si alternano al cantato. Notevole anche la quantità di strumentisti coinvolti e quella degli strumenti etnici impiegati: violini, pianoforte, chitarre, percussioni, flauti e clarinetti. Musica acustica, romantica, luminosa... meravigliosa. Poesia e colti richiami letterari nei testi si amalgamano per creare un grandioso affresco di terre inondate dal sole, di un mare cristallino che da secoli è un crocevia di popoli, della Magna Grecia, culla della cultura che ancora conserva le testimonianze del passato splendore, ancora incanta con le sue magie chi ha la sensibilità per sentire. In questo contesto sembra strano trovare una cover dei Radiohead, invece
Jigsaw Falling Into Place viene rifatta in maniera perfetta, come in passato era successo per Flying degli Anathema e Kaiowas dei Sepoltura. Personalmente preferisco il cantato femminile quando segue lo stile alla Lisa Gerrard, come su
Pietra Bianca, meno quando rientra in un genere più
vicino alla canzone d'autore italiana, tipo
Le Piccole Cose. Se proprio dovessi mettere "i puntini sulle i", consiglierei la prossima volta una maggiore dinamicità ritmica e, appunto, di evitare avvicinamenti al cantautorato, ma restare in ambito sperimentale. Opera di grande valore artistico, che meriterebbe un successo pari a quello di nomi come i Dead Can Dance, ai quali Corde Oblique non ha nulla da invidiare.
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