Secondo lavoro per gli ungheresi
Kolp che rilasciano, sempre grazie alla Temple of Torturous, il nuovo
"The Outside", un album che, con tanta immaginazione, la casa discografica ci presenta come
innovativo e
particolare.
Ormai sono abituato alle presentazioni per lo meno fantasiose oppure esageratamente in pompa magna, ed anche in questo caso non mi sono sorpreso di ascoltare un lavoro che più tradizionale non si può sebbene fosse spacciato per rivoluzionario.
I
Kolp suonano un black metal che spesso si mescola con soluzioni doomish e che fa del freddo e della intransigenza le sue caratteristiche principali.
"The Outside" risente, pesantemente, dell'insegnamento di
Burzum, soprattuto quello dell'inizio, e dei
Darkthrone e quindi si colloca nel solco della tradizione norvegese della prima metà degli anni '90 senza aggiungere nulla di nuovo a quanto già detto da decine e decine di gruppi che si sono cimentti in questa musica.
Nonostante l'assoluta mancanza di originalità, i
Kolp si lasciano comunque ascoltare con molto piacere grazie ad un suono oscuro, maligno, gelido come il vento nordico e sottilmente melodico per via di certe aperture che dipingono immense lande innevate di fronte ai nostri occhi e stemperano, sovente, le micidiali accelerazioni dissonanti delle sei corde.
Sul suono quasi doloroso della chitarre si ergono le urla strazianti e sofferenti del singer
Jim Jones in grado di marcare a fuoco la musica dandone una interpretazione che ho trovato particolarmente convincente nella sua furia.
Riassumendo in poche parole,
"The Outside" non ha
NULLA di innovativo ma è un disco molto buono, adattissimo alla stagione e ai nostalgici degli "eroi" norvegesi delle chiese bruciate.
Promossi.
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