Sono contento di poter parlare di nuovo, a distanza di un anno dal precedente
"Expulsè", di
Damien TG, polistrumentista titolare del progetto
Stielas Storhett che torna sul mercato con il nuovo
"V".
Contento perchè reputo l'artista russo uno dei musicisti più dotati ed originali venuti fuori negli ultimi dieci anni nel panorama mondiale del black metal, genere musicale nel quale, purtroppo, sono sempre in numero maggiore i pagliacci o i buffoni.
E il talento di Damien emerge, incontenibile, anche in questo
"V" che è un album nuovo solo a "metà" dal momento che si tratta di una raccolta di pezzi demo ri-registrati e rinnovati, più un inedito, il primo brano
"D", concepito proprio per questa release.
La musica di
Stielas Storhett è facilmente inquadrabile nel genere di cui vi ho detto qui sopra, ma è caratterizzata da una ispirazione che la rende immediatamente riconoscibile ed assolutamente di elevata qualità.
Prima di tutto va riconosciuto a
Damien TG un tasso tecnico che ha pochi paragoni nel genere, caratteristica questa che gli permette di scrivere e suonare brani articolati, melodici e maligni al tempo stesso, nei quali il riffing è sempre vario e la batteria sa descrivere peripezie inconsuete negli scenari di assoluto nero descritti dalla musica.
I brani dei demo sono più "semplici", diretti, ma conservano un gusto per l'arrangiamento davvero sapiente, anche se da padrone la fanno i tempi veloci e lo scream disperato, elementi che dipingono una sofferenza quasi palpabile e asfissiante.
La musica di
Stielas Storhett, nonostante la melodia sottostante, è dannatamente inquietante, è viscida, è cattiva ed è in grado di avvolgere con il suo manto di malinconia e tristezza il mondo circostante lasciandolo al buio, solo e disperato.
Assolutamente strepitosa è la prima metà della raccolta: da una parte l'inedita
"D" ("Death") ci presenta un artista intento a rendere la sua musica maliconica e cattiva insieme, come i migliori
Katatonia, restando però black metal al 100%, dall'altra brani come
"A" e
"M" che sono, invece, schegge impazzite di metallo nero che si ergono sui blast beat che non lasciano scampo accompagnati come sono dalle chitarre serrate, incessanti e squisitamente suonate. Tutto, poi, sembra morire nell'angosciante
"E", un pezzo malato, lento, lancinante degno del miglior
Burzum, che segna il punto di non ritorno di un viaggio senza luce.
Al di là dei picchi del disco e di alcune ingenuità, non dimentichiamoci che parliamo comunque di demo,
Stileas Storhett si destreggia con maestria tra depressive, ambient e raw black metal, suonando però in modo del tutto originale. E scusate se è poco.
Per quanto possa valere il mio giudizio, vi consigio caldamente di scoprire questo gruppo e di tenerlo sott'occhio perchè il futuro della musica estrema per eccellenza passa anche dalle mani di
Damien TG.
Adesso attendiamo il prossimo album.
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