Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:47 min.
Etichetta:Escape Music
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. WE COLLIDE
  2. BULLET IN THE BACK
  3. AMERICAN DREAM
  4. SAVE TOMORROW
  5. LIQUID SUN
  6. I'D DO ANYTHING
  7. LAST SUNRISE
  8. TORN APART
  9. BLINDED
  10. DOMINOES
  11. YOU'RE THE ONE
  12. END OF DAYS

Line up

  • Rick Forsgren: vocals
  • Paul Bonrud: guitars, bass
  • Paul Higgins: drums
  • Richard Baker: keyboards, strings
  • Eric Ragno: keyboards
  • Dave Gross: keyboards
  • Rob Potoshnik: bass
  • Clyde Hannah:backing vocals
  • Brian Timpe: bass
  • Sean Smith: backing vocals

Voto medio utenti

Ricordo con gran piacere il disco d’esordio dei Bonrud e la relativa intervista con il leader del gruppo Paul Bonrud (anche perché erano gli albori della mia collaborazione con questa gloriosa webzine!), un musicista abile ed entusiasta, pieno di passione “vera” per il rock melodico.
Ritrovarlo sulla scena dopo ben otto anni (un periodo insolitamente lungo, per gli standard attuali …) è già di per sé una bella notizia, dunque, mentre è chiaro fin dal primo ascolto di “Save tomorrow” che tutto questo tempo, le modifiche di formazione e il cambio di etichetta discografica hanno apportato anche importanti variazioni nell’approccio musicale del gruppo.
Con il nuovo cantante Rick Forsgren i Bonrud del 2012 si allontanano leggermente dalle preziose didattiche dell’AOR per abbracciare uno stile decisamente più cromato e muscolare, affine alle nobili peculiarità del class-metal californiano o, in minima parte, al power yankee (del resto i nostri vengono da Seattle, famosa non solo per il grunge …) meno riottoso.
Il passaggio dall’ammirazione per Foreigner e Journey a quello per Dokken, Jack Starr, Fifth Angel, Joshua e Hawk (qualcuno si ricorda di loro?) non è traumatico e incondizionato, ma è innegabile che il tentativo di rendere maggiormente fisico (e vario …) il proprio impatto espressivo rappresenta un’esigenza importante per la band, che la asseconda immediatamente con una possente “We collide”, dimostrando una notevole predisposizione “naturale” anche a queste sonorità, con il sempre preciso Paul per nulla a disagio nel suo ruolo di “novello” George Lynch.
“Bullet in the back” accentua ulteriormente la “voglia” di HM dei Bonrud (ricordandomi proprio il succitato act di Dave Fefolt e Dough Marks) e la medesima sensazione la rivela anche la successiva “American dream”, capace di catturare al contempo il tipico spirito anthemico degli eighties.
Con la title-track si ritorna su sentieri più “familiari”, almeno per chi ha apprezzato il debutto, consentendoci di sottolineare la notevole versatilità di Forsgren in grado di apparire credibile sia come epigono di R.J. Dio e sia, come in questo caso, quando diventa Steve Perry il suo principale modello di riferimento.
Dopo tanta diversificata piacevolezza è tempo di un piccolo capolavoro in note, s’intitola “Liquid sun” ed è necessario chiamare in causa addirittura gli eccelsi Unruly Child (e i Led Zeppelin …) per tentare di spiegare la sua inattaccabile magnificenza.
Si torna sulla “terra” con il pregevole esercizio Journey / Bon Jovi-esco “I'd do anything”, “Last sunrise” è un bel connubio tra grinta e melodia, mentre “Torn apart” enfatizza nuovamente la seconda attraverso una struttura armonica di discreta fattura.
“Blinded” potrebbe piacere persino ai fans dei Motley Crue, “Dominoes” soddisferà quelli dei Nelson, “You're the one” farà fremere quelli di Brian Adams e tocca al mood attanagliante della splendida “End of days”, il secondo autentico gioiello della tracklist, porre prezioso sigillo ad un disco di valore, un passo avanti nel percorso artistico di una formazione che forse non ha ancora raggiunto un’identità assoluta e tuttavia sa riservare un notevole piacere d’ascolto a tutti i sostenitori del rock in versione “silk & steel”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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