Copertina 9

Info

Anno di uscita:2008
Durata:62 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. NEVER WALK AWAY
  2. LIKE A SUNSHOWER
  3. CHANGE FOR THE BETTER
  4. WILDEST DREAM
  5. FAITH IN THE HEARTLAND
  6. AFTER ALL THESE YEARS
  7. WHERE DID I LOSE YOUR LOVE
  8. WHAT I NEEDED
  9. WHAT IT TAKES TO WIN
  10. TURN DOWN THE WORLD TONIGHT
  11. THE JOURNEY (REVELATION)
  12. LET ME TAKE YOU BACK (BONUS TRACK FOR EUROPE)
  13. ONLY THE YOUNG
  14. DON'T STOP BELIEVIN'
  15. WHEEL IN THE SKY
  16. FAITHFULLY
  17. ANY WAY YOU WANT IT
  18. WHO'S CRYING NOW
  19. SEPARATE WAYS (WORLDS APART)
  20. LIGHTS
  21. OPEN ARMS
  22. BE GOOD TO YOURSELF
  23. STONE IN LOVE

Line up

  • Arnel Pineda: vocals
  • Neal Schon: guitars
  • Deen Castronovo: drums
  • Ross Valory: bass
  • Jonathan Cain: keyboards

Voto medio utenti

Ascolto “Revelation”, l’ultima release dei monumentali Journey, e penso a quanto è difficile la vita di una qualunque band “nuova” che si voglia dedicare all’AOR.
Uno fa del proprio meglio, alimentato dall’imprescindibile insegnamento dei maestri del settore, s’impegna al massimo, magari realizza anche un ottimo lavoro, poi arriva proprio uno di quei fondamentali precettori e ti sforna un altro capolavoro, che spazza via in un colpo solo tutta la concorrenza e ristabilisce senza sforzo apparente la gerarchia del genere, sedendosi ancora una volta su quell’ambitissimo trono dorato che ormai conosce perfettamente tutte le caratteristiche delle sue nobilissime “terga”, tante sono state le volte che le ha amorevolmente accolte.
Una situazione verosimilmente davvero frustrante, e se agli inarrivabili capisaldi del passato, per i quali nel giustificarne l’egemonia ci si può appellare anche alla componente “nostalgica”, si aggiunge pure l’assoluta eccellenza delle prove recenti, appare chiaro quanto sia arduo il ruolo di “newcomer” nell’ambito del rock adulto.
Nemmeno il cambio di cantante ha offerto una chance di competitività ai numerosi contendenti, che pure mi sa tanto ci avevano sperato almeno un po’, dopo l’abbandono di Augeri e del suo autorevolissimo temporaneo sostituto Jeff Scott Soto.
Arnel Pineda, con una vicenda artistica che ricorda parecchio quella narrata nel film “Rock star” (liberamente ispirato, però, lo ricordiamo, ad un altro outsider della scena, Tim “Ripper” Owens), passa con incredibile disinvoltura dalla gestione del microfono di un’oscura cover band (The Zoo) a quello di una delle più importanti formazioni di rock melodico esistenti sull’intero globo terracqueo.
A questo proposito urge una piccola precisazione: molti hanno un po’ frettolosamente definito il singer filippino come un “semplice” clone di sua maestà Steve Perry … beh, è effettivamente innegabile una palese somiglianza tra i due sia nelle movenze interpretative, sia nelle soluzioni timbriche, ma questo non significa che Arnel si limiti ad una sterile riproduzione di chi, presumibilmente, è uno dei suoi fondamentali modelli vocali. La sua laringe è “solamente” perfetta per questi suoni e anche se alla fine essa si rivela per certi versi maggiormente “convenzionale” di quella dello sfortunato ex Tall Stories, il valore della prova è da considerarsi stratosferico.
Ecco, se vogliamo trovare un “difettuccio” (ma il termine è esagerato nonostante l’uso del vezzeggiativo) a “Revelation”, potremmo parlare di un pizzico di prevedibilità complessiva delle composizioni e laddove il precedente “Generations” sorprendeva per la sua varietà (da qualcuno valutata come una criticabile disomogeneità), questo Cd si manifesta alle orecchie dei fans del “Viaggio” come una situazione decisamente più confortevole e “familiare”.
Si tratta, nondimeno, di una “familiarità” talmente illuminata da risultare accecante, in un contesto in cui tecnica e songwriting stupiscono più per le altezze paradisiache raggiunte che non per “improvvisate” stilistiche, arrivando a “commuovere” tanto è sostanziosa la frenesia emotiva e invincibile la carica suggestiva, per di più entrambe rinnovabili ad ogni ascolto.
Per quanto mi riguarda questa è l’indiscutibile dimostrazione che a muovere i Journey sono ancora urgenza creativa e autentico amore per la musica e tuttavia anche se si trattasse di un caso di “routine” offerta da competenti professionisti con il “pilota automatico” inserito, bisognerebbe comunque gratificare con copiosi complimenti chi avesse progettato tale brillante dispositivo.
Con l’eccellente regia sonora affidata a Kevin Shirley, “Revelation” è un “cardiotonico” in 12 applicazioni (compresa la bonus europea, ma la “terapia” include anche un secondo dischetto di greatest hits reinterpretate) assolutamente privo di controindicazioni, sul quale catapultarsi senza indugi.
In una sequenza di gemme sensazionali, scelgo “Never walk away”, “Change for the better”, “Faith in the heartland” (ripescata da “Generations”), “After all these years” (la nuova “Faithfully”?), “Where did I lose your love” (irresistibile), “What it takes to win” e “Turn down the world tonight” come i “principi attivi” dagli effetti maggiormente appariscenti ed efficaci fin dalla prima “somministrazione”, brani enormi dalle velleità di hit, meravigliosamente degni di un repertorio storico così “sacro” da rendere arduo, persino per i suoi creatori, un credibile accostamento.
Concludo con un messaggio rivolto proprio a tutti quelli che vorranno coraggiosamente “sfidare” i Journey sul loro terreno … la stimolante contesa si fa sempre più improba … da oggi sarete, infatti, costretti ad aggiungere un nuovo titolo nel novero dei colossi da “battere”.
Recensione a cura di Marco Aimasso
JOURNEY REVELATION

grandissimo ritorno!!! li adoro!!! i maestri dell'AOR son tornati!!! un disco finalmente nel loro stile dopo lo scialbo generartions. la voce di pineda è stupenda ricorderà perry ma cavolo sto ragazzo ha classe da vendere. adesso li voglio in italia!!! una vergogna che dopo 30 anni non ancora vengono da noi.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 lug 2008 alle 15:48

Straordinario... son senza parole...

Inserito il 22 lug 2008 alle 11:35

Bell'album davvero

Inserito il 20 lug 2008 alle 23:14

Bellissimo disco, emozioni a iosa.

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