Già lo scorso anno avevo avuto modo di parlarvi dei
Wildroads, band italiana dedita a un hard rock tirato e trascinante. L’EP recensito lo scorso anno (
qui la rece) è la base per arrivare alla pubblicazione del primo full lenght, che sostanzialmente conferma le buone sensazioni avute in precedenza.
I nuovi pezzi mostrano però un certo immobilismo verso le “solite” soluzioni in termini di songwriting, riffing e struttura. Non che nel genere ci sia da innovare più di tanto, però è innegabile che negli ultimi mesi la band si sia fermata allo stesso punto in cui si trovava in precedenza, senza cercare nuovi spunti. L’unica novità è rappresentata dal blues in chiusura, che tuttavia deve essere preso per quello che è: un piacevolissimo esercizio di stile.
Insomma, siamo di fronte a una band con grandi potenzialità, che tuttavia deve ancora lavorare parecchio per trovare un’identità forte e definita. I Wildroads possono contare su un buon cantante e su un ottimo chitarrista: intorno a loro va costruito un sound riconoscibile e originale. Forza ragazzi, sotto a lavorare: col prossimo disco mi aspetto di saltare sulla sedia
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