Ve li ricordate i
Channel Zero?
Era il 1990 e, dal Belgio, arrivò questa “new sensation” in ambito modern thrash, con 4 album in sette anni si impose all’attenzione dei fan del genere (non arrivò mai ad essere mainstream) guadagnandosi buone recensioni e collaborazioni con produttori dal nome altisonante come Vinnie Paul, Michael Barbiero e molti altri.
Dal 1997 al 2010, il silenzio, fino a quando con 6 show sold out la band si ripresentò al pubblico belga col nuovo chitarrista Mikey Doling (Soulfly).
Alcuni mesi dopo, eccoci con un disco nuovo di zecca, questo Feed Em With A Brick che vede la partecipazione in qualità di produttore di sua maestà Logan Mader.
Le premesse sono dunque ottime, ma quando il disco passa nello stereo vengono quasi tutte disattese. Devo essere sincero: mi aspettavo qualcosa almeno da 7 pieno, qualcosa per cui valesse la pena investire parte dei timpani in gloriose scapocciate a volume devastante. E invece quello che mi trovo tra le mani è un album che pare non decollare mai, spesso troppo lento e pomposo, quasi autoreferenziale, statico, a tratti perfino noioso.
Poi vabbè, suona perfetto sotto ogni punto di vista, ma quanto conta effettivamente in un mondo dove per sopravvivere bisogna necessariamente elevarsi sopra la mediocrità?
Prende la sufficienza solo perché la seconda parte è evidentemente superiore alla prima, con scelte di songwriting che finalmente riescono a dare alla band un’impronta ben definita. Però quanta fatica per arrivare fino in fondo, amici miei.
In Belgio avranno anche poche band valide, ma 6 sold out di fila per i Channel Zero mi sembrano un’esagerazione. Sarà che mancavano da tanti anni, sarà che i vecchi dischi comunque hanno qualcosa da dire ben più di questo ultimo lavoro…ma se ci dovessimo basare su Feed Em With A Brick tale popolarità sarebbe quantomeno sospetta.
La classica frase “ritorno in grande stile” stavolta non vale. Peccato.
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