Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:EARMusic/Edel

Tracklist

  1. CORPORATION FEAR
  2. TV COPS
  3. STOP LOVE!
  4. SHORT SHARP SHOCK
  5. CLEAN OUTTA LUCK
  6. SUPERCHARGED
  7. COMPLICATED
  8. ALL IN MY MIND
  9. BILLION DOLLAR HEART ATTACK
  10. BULLETPROOF
  11. THE RUNNER

Line up

  • Steve Hawkins: vocals
  • Nic Wastell: guitars
  • John Antcliffe: bass
  • Greg Ellis: drums

Voto medio utenti

Non c’è niente da fare: quando i nonnetti decidono di farti saltare in aria le chiappe puntualmente sfornano un album da brividi. Ed eccoli qui i Chrome Molly, 23 anni dopo l’ultimo lavoro da studio, con questo Gunpowder Diplomacy che trasuda rock and roll da ogni poro.

Si parte con una vera e propria bomba come Corporation Fear, seguita dalla classe di TV Cops, dove Nic Wastell trova per la prima volta in questo album spazio e gloria per far cantare la chitarra. Con Stop Love ci si muove alla grande in territori hard rock melodici mentre Short Sharp Shock ti riporta con la mente verso la fine degli anni ’80, chiarendo perché questi signori erano abituati a condividere il palco con Alice Cooper, Saxon, Maiden e tanti altri. Piccolo perdonabile filler con la cadenzata Clean Outta Luck, subito dimenticato grazie a una Supercharged dove la prepotenza di un refrain da dieci e lode riporta l’album su livelli altissimi, prima che la rocciosa Complicated arrivi a seminare sberloni a destra e a manca grazie a un grande riff.
All In My Mind è una efficace power ballad, mentre Billion Dollar Heart Attack ci riporta alle atmosfere di Complicated: riff spigoloso e ritornello da applausi. Secondo filler con una trascurabile Bulletproof e chiusura affidata a una The Runner che rappresenta l’episodio più sperimentale dell’intero lavoro, caratterizzato da un piacevole gusto southern.

Prova maiuscola per festeggiare i 30 anni dal debutto discografico. Tra l’altro, pezzoni che mostrano anche una forma invidiabile: abbiamo parlato dell’abilità alla sei corde di Wastell, ma non si possono trascurare una sezione ritmica possente e soprattutto una voce, quella di Steve Hawkins, ancora in grado di pettinare una platea e di insegnare ai ragazzini cosa voglia dire tenere in mano un microfono.

Chiamatela NWOBHM, chiamatelo hard ‘n’ heavy, chiamatelo come vi pare: io la chiamo musica di classe e me la godo alla grande. Candidato tra i top album 2013: disco da avere.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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