Se c'è in giro un disco strampalato, è destino che arrivi a me. E questo lo è di sicuro. Un bizzarro trio della Florida che suona del surf rock'n'roll in perfetto stile anni '60, ispirato al Memphis sound di Otis Redding e compagnia, al vecchio Elvis Presley, al meno vecchio Elvis Costello, tanto per dare una vaga idea.
Chitarrine ultra-vintage ed occasionali interventi di organo e sax, per una manciata di brani interamente strumentali che producono un'atmosfera a metà tra il revival goliardico e la chicca originale per cinefili all'ultimo stadio. Infatti tranne due canzoni composte dalla band, l'album è formato da covers tra le quali sono facilmente riconoscibili famosi temi cinematografici come "Goldfinger","I magnifici sette" o "Il buono, il brutto e il cattivo" del nostro Morricone. Altro hit celeberrimo è quella "Apache" degli Shadows che nel 1960 spopolò in Inghilterra, dando praticamente inizio al British-beat.
Come ulteriore chiarimento diciamo che "Instro-mania" sarebbe stato un'ottima soundtrack per l'ultimo film di Quentin Tarantino, uno che in fatto di nostalgie retrò non è secondo a nessuno.
Resta solo da chiedersi: cosa ci fa questo album in un sito hard rock/heavy metal? Chiedere un giudizio obbiettivo equivale a mandare un esperto di danza classica a dare i voti ad un incontro di sumo. Come direbbe qualcuno "non ci azzecca!". Misteri della promozione musicale.
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