Da Bergamo il debutto dei
Soulphureus, già attivi in passato con il moniker
Unholy Land.
I nostri non vanno tanto per il sottile, vomitandoci addosso una cinquantina di minuti di Death Metal satanico, blasfemo, senza compromessi, richiamantesi a chi di questo genere, il cosiddetto Blackened Death Metal, ne ha fatto un vessillo, quindi dai
Possessed (qui coverizzati con “
The Exorcist”) agli
Incantation.
Valore aggiunto alle composizioni è il mood sulfureo e vintage che trasuda dai solchi di questo “
Rest In Hell”, cui va aggiunta una copertina che non sfigurerebbe su un disco dei
Deicide dei bei tempi di “
Once Upon The Cross”.
Queste premesse valgono a sottolineare anche un altro aspetto, e cioè che a questi quattro brutti ceffi tatuati non interessano le innovazioni o le svolte stilistiche. Come direbbe
Otis Driftwood (nel capolavoro robzombiano “
La Casa del Diavolo”), «
Io sono il diavolo…e sono qui per fare il lavoro del diavolo».
Musicalmente le canzoni sono varie, riescono a far convivere diversi momenti anche se, nei pezzi più lunghi, come ad esempio “
Nemesis Of The Light”, ci sono attimi di stanca.
In definitiva un buon esordio, coerente, cazzuto e senza compromessi. Certo, si può fare sempre meglio, ma per il momenti ci accontentiamo.
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