Breath Beyond... oh, sì: se lo farete durante l'ascolto dei
Manasuma, capterete immediatamente i profumi intensi ed ipnotici di mirra, sandalo, dattero... Sembro uno spot pubblicitario? Anche la musica di questo gruppo polacco, potrebbe andar bene per pubblicizzare un viaggio in India. Polacchi, già; eppure la loro world music ha poco di moderno e nulla che richiami i paesi dell'Est Europa, ma sembra provenire direttamente da qualche splendido palazzo di Raja. I ritmi della lounge music rendono pezzi come
Into The Space Behind più dinamici, ma sono usati in maniera estremamente discreta e poco frequente, per lasciare spazio, invece, ad un tripudio di strumenti etnici: sitar indiano, taus, santur persiano, saz, didgeridoo australiano, cello, violino, percussioni e flauti da tutto il mondo. Brani come
Holi o
Six Winds rendono davvero il senso di come la musica rituale orientale si avvicini, senza l'utilizzo di nessuna tecnologia, all'ambient elettronica, semplicemente accostandole: l'una sfuma nell'altra in maniera del tutto naturale. Visioni da mille e una notte affolleranno la vostra mente, i violini vi invoglieranno a danzare, imitando le splendide danzatrici indiane, infondendo dentro di voi un senso di gioia.
Monsoon Approaching e la sopracitata
Into the Space Behind sono fra i più lenti e riflessivi dell'album, invitano alla meditazione e a rilassarsi, con note misteriose ed evocative. Del tutto assenti le parti vocali. New age, world music... semplicemente bello!
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