Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:41 min.
Etichetta:Desert Fox
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. FINAL LOVE
  2. ANOTHER FRIEND
  3. DANCE ON MY WILLY
  4. ONE’O’CLOCK
  5. SOMETHING’S WRONG
  6. GOODNIGHT MY BABY
  7. TRILOGY
  8. TRILOGY PART TWO
  9. TRILOGY PART THREE
  10. TAMARINDO

Line up

  • Pedar: guitar, vocals
  • Cavitos: guitar
  • Brooklin: bass
  • Deepu: drums

Voto medio utenti

Recentemente ho avuto occasione di parlare dei Mr.Man, band Piacentina ai confini tra rock e stoner, e nel discorso accennavo ai numerosi progetti musicali che coinvolgono la cerchia di amici raggruppata intorno alla cascina “Belverde”, una sorta di piccola Joshua Tree padana.
A questo proposito negli Oak’s Mary ritroviamo proprio il chitarrista dei Mr.Man, Riccardo “Cavitos” Cavicchia, il quale viene a rafforzare il gruppo nato da un’idea del chitarrista/vocalist Pietro Seghini, musicista molto attivo nella zona.
Malgrado la volontà dialettica di smarcarsi dalle etichettature stoner-rock, gli Oak’s Mary paiono viaggiare proprio in quella direzione tanto da essere stati positivamente segnalati dal più importante portale Usa del settore, cosa non troppo abituale per le formazioni Italiane.
In effetti la loro proposta è abbastanza interessante, prima di tutto per un approccio non smaccatamente derivativo alla materia e poi per una struttura duttile e leggera, che spazia dall’hard rock classico alle aperture psych in versione “stoneggiante”. Certamente c’è ancora parecchia strada da fare, le parti vocali sono deboli e scariche di mordente, il desiderio di non schematizzarsi troppo causa dispersione tra i brani ed il lavoro difetta quindi di compattezza, tutto sommato il quartetto è limitato in fatto di potenza ed aggressività, però il risultato complessivo è sufficiente.
Il massimo sforzo è concepito nei tre capitoli di “Trilogy” dove vengono sciolte le briglie alle chitarre e l’atmosfera diventa più liquida e fumata, una bella e trascinante corsa libera in questa lunga jam dai profumi acidi. Niente male per tecnica, abilità improvvisativa e profilo lisergico, ed immagino che se lo stesso brano fosse stato proposto da qualche gruppo di provenienza esotica avrebbe ottenuto il giusto rilievo, senza voler fare patriottismo d’accatto.
Altri episodi da segnalare, la classica “Final love” uno stoner di tipo Scandinavo robusto e con qualche buon gioco di chitarre, “Dance on my willie” vivace e flessuosa ma frenata dal peso di uno strano cantato-recitato che convince poco, ed ancora “Something’s wrong” assai debitrice alle proposte di Masters of Reality e Fatso Jetson, comunque graziosa.
Certamente non sarà questo lavoro ad aprire le porte della notorietà agli Oak’s Mary, che per ora rimangono un progetto divertente ma tutt’altro che irresistibile, resta il fatto che in quella zona del Piacentino qualcosa si sta muovendo, e tra Mr.Man, Oak’s Mary ed altre iniziative che magari verranno alla luce più avanti sono ragionevolmente convinto che scopriremo materiale valido e notevole. Basta aspettare con fiducia.

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