Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:47 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. HEAVEN
  2. SEED
  3. DREAMER
  4. FADE AWAY
  5. CRUSH
  6. INTO YOU
  7. MY ROOM
  8. THE BLACK
  9. VENGEANCE
  10. HIDING

Line up

  • Panu Willman: vocals, guitars
  • Tuomas Saukkonen: guitars, dark vocals
  • Toni Broman: bass
  • Dani Miettinen: drums
  • Mika Ojala: keyboards

Voto medio utenti

Già più di una volta la spagnola Locomotive Music mi ha stupito per la qualità delle releases, che anche se, non sempre di spessore, hanno sempre avuto un'aria professionale ed una produzione decisamente positiva. Il poco spessore non appartiene al background dei finlandesi Before The Dawn, band che giunta al secondo full lenght album della sua storia, unisce ad una produzione più che buona (masterizzato ai Finnvox Studios) anche un sound convincente e di pregevole fattura, onestamente non troppo originale, ma pur sempre lavorato e ben arrangiato. '4:17 am' (geniale la trovata di intitolare l'album in questa maniera, visto che l'ultima song del precedente 'My Darkness' è intitolata '4:16 am') è un puro e semplice spaccato di Dark Metal (e quindi rientrante sempre nel Mondo oscuro e tetro del nostro Gothic), con tanto di voci pulite e di ottimo screaming, arpeggi e partiture melodiche come oramai se ne sente dappertutto, ma suonate con un certo gusto ed un certo stile, atmosfere vagamente melanconiche ed emozionali, ed un paio di episodi decisamente sopra alle righe, proprio come le Divinità del genere non avrebbero potuto fare meglio (vedi la up tempo 'Into You', la seguente drammatica 'My Room', sicuramente la song migliore dell'album, ricca di pathos e di un chorus scacciademone e la finale 'Hiding', molto vicina come concezione ai Dark Tranquillity più criptici) e di discreto groove. Per tutti gli amanti di To/Die/For, Poisonblack, Sentenced e via discorrendo, i Before The Dawn potrebbero rivelarsi una piacevole sorpresa... meglio comunque di tanta roba piatta, melensa e poco ispirata che si sente, purtroppo, ahimè, in giro oggigiorno.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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