"First there was darkness, then came the strangers. They were a race as old as time itself. They had mastered the ultimate technology, the ability to alter physical reality by will alone. They called this ability “tuning.” But they were dying; their civilization was in decline. And so they abandoned their world, seeking a cure for their own mortality. Their endless journey brought them to small little world, in the farthest corner of the galaxy."
Con grande ritardo la Avantgarde ci ha fatto avere
"Dark Space -I" che altro non è se non la ristampa, con tanto di rimasterizzazione, del primo demo degli svizzeri
Darkspace, in attesa della prossima uscita del quarto capitolo della saga spaziale pilotata dal terzetto elvetico.
Chi non conoscesse la musica di questo gruppo potrebbe scegliere proprio questa release per iniziare il suo viaggio tra le stelle ed avventurarsi, dunque, in un mondo oscuro e misterioso, svelatoci man mano lungo tutta la loro discografia.
Non ho usato il termine "viaggio" a caso: l'ascolto della musica dei
Darkspace è proprio un lunghissimo vagare fra le stelle, accompagnati da un suono violentissimo in cui black metal e dark ambient oscuro e malato si abbracciano in un balletto di morte e disperazione.
Questa release non fa eccezione.
I due, interminabili, brani dell'EP sono un monumento all'alienazione, al vuoto, al buio interstellare, al dolore che alberga dentro di noi.
Non importa se i
Darkspace scelgano di esprimersi attraverso il black metal dalle imponenti aperture melodiche senza spazio e tempo, debitore in questo caso di certi
Limbonic Art, o le partiture ambient che, frequenti, interrompono l'assalto sonoro: il risultato è sempre quello.
Morte, nero, oscurità, fine.
Certamente gli elvetici hanno fatto meglio con i loro lavori successivi, ma già all'esordio dimostravano una maturità ed una classe davvero notevoli che gli avrebbero poi consacrati nell'elite della musica estrema.
Per concludere vi ricordo che affrontare l'ascolto di una proposta come questa non è materia semplice e che, senza l'adeguata predisposizione mentale, sarà facile cadere nella noia, ma se, al contrario, si entra in sintonia con le frequenze distrurbate e distrurbanti del gruppo se ne rimarrà affascinati e dipendenti.
Band da culto.