Giungono al loro secondo full-lenght album i molisani
Athanor, fieri esponenti dell'underground italico più marcio ed oscuro.
Il nuovo
"Darkness, Hate and Cosmic Holocaust", come il titolo lascia ben intendere, è un concentrato di malignità, oscurità e dolore e conferma il talento di un gruppo che, seppur non originale, ha diverse frecce al suo arco, frecce con le quali sa lacerare la pelle e ghiacciare i sensi.
Il black metal del gruppo è debitore senza dubbio dei grandi maestri norvegesi, ma sa guardare ancora più indietro nel tempo rifacendosi, spesso, anche a gruppi come
Bathory o
Celtic Frost che il black lo hanno praticamente anticipato e di conseguenza inventato, e, al di là delle palesi influenze, è un black metal per certi versi "particolare" grazie ad una velata patina melodica/epica che rende le composizioni molto affascinanti.
La produzione scarna ed essenziale, le atmosfere sempre buie ed occulte, retaggio di una certa scena estrema italiana, una buona preparazione sugli strumenti, rendono questo disco molto piacevole da ascoltare e assolutamente da avere se si amano band come
Von, i già citati
Bathory o anche gente come
Mortuary Drape e, soprattutto, primissimi
Enthroned, gruppo, quest'ultimo, che più di una volta mi è venuto in mente ascoltando le tredici tracce dell'album.
In conclusione, mi piace sottolineare come l'underground, in questo caso
italiano, sia ancora in grado di riservarci sorprese e musica di qualità cosa che invece, sempre meno spesso, non accade nel mondo del mainstream.
Ottimi.
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