Copertina 4,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:42 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. IN THE NAME OF METAL
  2. WHEN DEMONS COLLIDE
  3. BONEBREAKER
  4. METALHEADS UNITE
  5. SON OF BABYLON
  6. MR. DARKNESS
  7. I'M EVIL
  8. MONSTERMIND
  9. KING OF FALLEN GRACE
  10. BLACK DEVIL
  11. BOUNDED BY BLOOD

Line up

  • Patrik Johansson: vocals
  • Tomas Olsson: guitars
  • Henrik Olsson: guitars
  • Anders Broman: bass
  • Fredrik Bergh: keyboards
  • Pelle Akerlind: drums

Voto medio utenti

Non me ne vogliano i Bloodbound, né i loro fans più accaniti, ma “In the name of metal”, ultimo lavoro della band di Bollnas, è il classico esempio di disco che mi fa vergognare di essere metallaro. Avete presenti i luoghi comuni con i quali da decenni viene bollata la nostra musica da tutti gli ignoranti detrattori che sparano a zero sul metal? Beh, sono tutti racchiusi in queste undici tracce, e se uno di questi detrattori cercasse di giustificare le sue accuse facendomi ascoltare il cd, sinceramente non saprei proprio come controbattere e dargli torto… “In the name of metal” è un concentrato di banalità che partendo da buone intenzioni (almeno mi auguro sia così), e cioè esaltare il metal e ciò che rappresenta per noi amanti del genere, cade direttamente nella brace, finendo con l’auto distruggere tutto quanto di buono fatto negli ultimi trent’anni. Se pensate che i Manowar siano pacchiani, ripetitivi, a volte ridicoli, beh, oltre a darvi ragione non posso far altro che (s)consigliarvi di ascoltare l’album in questione e cambierete idea perfino su di loro. E ho detto tutto… Quello che per la band svedese dovrebbe e vorrebbe essere epico, dovrebbe suonare metal ed essere motivo di vanto, diventa all’istante becero, pacchiano, ridicolo… Melodie scontate, testi vergognosi, copertina scandalosa, non manca proprio niente all’appello. E non basta una buona registrazione a rialzare il livello, né una buona prestazione dal punto di vista strumentale, i brani sono grotteschi… E da una band giunta (non si sa come) al quinto album, questo è inaccettabile, ancor di più se a licenziare il disco è la AFM Records, visto che una porcheria del genere non sarebbe accettabile neanche se autoprodotta. La sagra del luogo comune (non dico della porchetta per rispetto al tradizionale e ottimo prodotto laziale) si propaga attraverso le note di brani come “Metalheads unite”, “Mr. Darkness”, “I’m evil”, “Bounded by blood” (visto che fantasia?), e vi giuro che arrivare alla fine del disco senza bestemmiare tutto il calendario o prendere a testate lo stereo non è un’impresa facile, visto che all’ennesimo coretto da asilo la tentazione è proprio quella. Vi sareste mai aspettati in vita vostra di ascoltare un coro da cheerleader in un disco metal? Beh, ci pensano i Bloodbound a togliervi questo irrinunciabile (!!!) sfizio: ascoltate “Metalhead unite”, e quando arriverà ‘M-E-T-A-L for metal’ decidete voi se ridere, incazzarvi come iene o quant’altro… Peccato, perché tutto sommato musicalmente i brani, pur non proponendo nulla di nuovo o particolarmente eccitante, non sono neanche poi così male, con assoli maideniani, qualche richiamo al power tedesco e doppia cassa spesso a mille, ma il concept, i testi e l’iconografia fanno davvero cadere le braccia… Non penso di dover aggiungere altro, credo che il quadro sia abbastanza completo. Ora sta a voi stabilire se dare una chance a questi sei esaltati svedesi o rivolgere le vostre attenzioni a band decisamente più meritevoli dei vostri risparmi…

PS: queste di seguito sono solo 2 o 3 ‘chicche’ contenute nella titletrack… se vi incuriosiscono lascio a voi il simpatico compito di andare a spulciarvi gli altri brani, vi assicuro che ne troverete a decine…

- ‘You say I’m evil, you say I’m sick, my hair is long I don’t give a fuck’
- ‘My music’s wrong I don’t care at all, You say I’m ditry I smell like shit’
- ‘You think I’m ugly looks like a witch, I’ll kick your ass like a pussy, bitch!’
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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