Copertina 9

Info

Anno di uscita:2012
Durata:56 min.
Etichetta:Avenue Of Allies
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ALL WE NEED
  2. THE ONLY WAY IS UP
  3. ANOTHER DAY
  4. HIGHER
  5. NO TURNING BACK
  6. ALL THIS TIME
  7. NEXT TO ME
  8. WAITING FOR A STAR TO FALL
  9. DON’T WALK AWAY
  10. ONE IN A MILLION
  11. SHINING OVER ME
  12. OPEN YOUR HEART

Line up

  • Stefano Lionetti: vocals, guitars, keyboards
  • Lars Säfsund: vocals
  • Alessandro Del Vecchio: keyboards, backing vocals
  • Bruce Gaitsch: guitars
  • Mario Percudani: guitars
  • Anna Portalupi: bass
  • Alessandro Mori: drums, percussions
  • Bill Champlin: vocals on “Higher”
  • Tamara Champlin: backing vocals on “Higher”
  • Robert Säll: guitars, keyboards on “All This Time”
  • Sven Larsson: guitars on “One In A Million”
  • Peter Friestedt: guitars on “Another Day”
  • Joe La Viola: saxophone on “Waiting For A Star To Fall”
  • Herman Furin: percussions on “Open Your Heart”

Voto medio utenti

Allora, da dove iniziamo … dall’orgoglio che si prova inevitabilmente nel vedere il vessillo tricolore fare bello sfoggio di sé accanto al monicker dei Lionville nel promo fornitoci (tramite il distributore Frontiers …) dall’autorevole Avenue Of Allies o dalla soddisfazione nel vedere i nomi di (straordinari) musicisti italiani affiancati senza timori reverenziali a quelli dei loro prestigiosi colleghi stranieri?
Fermo restando il latente moto di “rivalsa” che alimenta chi si ricorda quando l’AOR del Belpaese era per molti imbelli solo una “stranezza” magari gradevole ma dalle ambizioni limitate, direi di escludere (o almeno impegnarsi strenuamente nel tentare di farlo …) dall’analisi tale suggestione e passare direttamente a trattare del valore di questo “II”, chiamato a confermare, e senza l’ausilio “dell’effetto sorpresa”, il livello stratosferico di un debutto che moltissimi rockers melodici (di ogni nazionalità!) hanno inserito di diritto nelle loro top playlist annuali.
Ebbene, “II” è un albo ancora una volta strepitoso, forse leggermente meno esuberante del suo predecessore e tuttavia nobilitato da una maturità tecnico-interpretativa che nell’impegnativo confronto lo vede addirittura più equilibrato e coeso, cancellando ogni possibile rischio di piccola disomogeneità tipica dei progetti ad elevato numero di protagonisti.
L’impeccabile lavoro di arrangiamento (appannaggio del mastermind Stefano Lionetti e del favoloso Alessandro Del Vecchio) s’incastona perfettamente con una fase compositiva semplicemente esemplare, e con l’aggiunta di un gusto e di una tecnica esecutiva impeccabili, il quadro complessivo si offre ai tanti appassionati del genere con le caratteristiche di un’opera d’arte figlia incontestabile di una grande “scuola sonora” (Toto, Journey, Chicago, Blvd, Survivor, Giant, …) e tuttavia dal carisma e dalla classe incontrovertibile, animata dai medesimi nobili presupposti senza per questo apparire minimamente caricaturale.
Beh, ad onor del vero, non siamo ancora, forse, al cospetto di una situazione tale da “scomodare” il famoso e leggendario episodio che vede coinvolti Giotto e Cimabue, celebre parafrasi del classico concetto de “l’allievo che supera il maestro”, ma quel che è certo è che i Lionville non hanno più moltissimo da “imparare” dai loro precettori, verosimilmente lieti di aver contribuito a formare un discepolo così abile, ricettivo e sagace.
Un impressionante schieramento d’importantissimi interpreti del genere, pilotati dal fenomeno Leonetti e contemporaneamente illuminati dalla scintillante voce di Lars Säfsund, realizza una raccolta di momenti di enorme rilievo artistico, in cui dosi scrupolose di melodia, energia e sensibilità, rendono davvero impossibile stilare delle classifiche di merito o operare delle plausibili selezioni critiche.
Ecco, probabilmente, alla fine, mi sentirei di stigmatizzare solo la presenza del remake di “Waiting for a star to fall” dei Boy Meets Girl, non tanto per i suoi (de)meriti intrinseci o per la (deliziosa) maniera in cui la canzone viene riproposta, bensì perché toglie spazio ad una capacità creativa “originale” certamente superiore.
Una scelta “vera”, però, in ultima analisi, decido di farla, ritenendola utile a focalizzare le mosse di eventuali “indecisi” o “avventori occasionali” … ascoltate primariamente “Higher” (con il veterano Champlin sugli scudi …) e se non provate un brivido d’intensa pienezza cardio-uditiva, interrompete pure l’audizione … o avete sbagliato settore musicale o avete l’urgente bisogno di una visita otorinologica.
Per tutti gli altri, la prosecuzione dell’operazione (cominciando, magari, da “All we need”, “The only way is up” e da “Next to me”… tanto lo so che mescolerete i brani nei vostri infernali Ipod, in modo “detestabile” e “snaturante” …) riserverà altri momenti di puro godimento, dai quali si esce veramente “migliori” e maggiormente bendisposti anche di fronte alle traversie del vivere quotidiano.
In conclusione, lasciatemi ritornare a quelle considerazioni evocate nello incipit della disamina e faticosamente scacciate dall’esame “oggettivo” del disco … ebbene, oggi, magari pure con un pizzico di retorica, sono un po’ più fiero di essere italiano e “purtroppo” questo accade per i meriti di una cosa “futile” chiamata musica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 09 feb 2013 alle 11:27

Il primo era veramente molto bello.Questo lo devo ancora scoltare.L'unica cosa che mi piace poco dei Lionville è il non essere una vera e propria band. questo è ancora meglio! un capolavoro!

Inserito il 09 feb 2013 alle 10:00

Il primo era veramente molto bello.Questo lo devo ancora scoltare.L'unica cosa che mi piace poco dei Lionville è il non essere una vera e propria band.

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