Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:Altsphere Production

Tracklist

  1. RISE AGAIN
  2. THREE WINTERS OF WAR
  3. SONIC DOOM
  4. THE CALL
  5. REBELLION
  6. I AM THE CROSS
  7. FRED KARNO’S ARMY

Line up

  • Jeff Maurer: guitar, vocals
  • Julien Kuhn: bass
  • Regis Beck: drums

Voto medio utenti

Nella foto promozionale, i francesi Surtr esibiscono con orgoglio t-shirt di Black Sabbath e Saint Vitus. Così è assai facile prevedere che il loro secondo album “Pulvis et umbra” sarà un concentrato di ritmiche sofferte ed atmosfere plumbee, in pratica l’immarcescibile ed eterno doom metal.
L’iniziale “Rise again” ci mostra infatti un trio dalle tradizionali cadenze mid-slow, che prova comunque ad avvicinarsi al genere con un certo dinamismo. Il brano vanta alcuni cambi di tempo che evitano un’incedere troppo monotono, mentre il mood è il classico intreccio di vibrazioni cimiteriali e sottili riferimenti epici. Discorso pressochè identico per la seguente “Three winters of war”, lenta marcia guerresca sottolineata dal canto virile di Jeff Maurer, leader della band e manager della label che pubblica il disco: la Altsphere di Metz.
L’aspetto chitarristico premia il rifferama cupo e roccioso, mentre latitano le parti solistiche che in questo tipo di lavori sono spesso utili a dare respiro alle strutture monolitiche. I Surtr preferiscono invece concentrarsi sulla compattezza dello sviluppo a grana grossa, lasciando che siano le variazioni di passo ad allargare lo spettro di soluzioni.
I pezzi migliori sono “Rebellion”, dove i transalpini dimostrano di saper impostare linee vocali abbastanza ispirate, e la lugubre e feroce “I am the cross”. Buona anche la conclusiva “Fred Karno’s army”, dallo stile dark doom che ricorda gruppi come Solitude Aeturnus, Isole, Procession, ecc.
Nell'insieme siamo di fronte ad una formazione di mestiere, esecutori dallo stile canonico ed onesto ma un po’ carente di idee davvero intriganti. Al momento i Surtr possono ambire a ritagliarsi uno spazio su scala nazionale, perché ancora manca loro qualcosa per imporsi oltre frontiera. L’album è quindi consigliato solo ai completisti di settore.


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