Dopo "Suicide Vampire" e la ristampa di "Vampyrisme" ero sicuro che i Theatres Des Vampires avrebbero per l'ennesima volta cambiato pelle riuscendo a stupirmi con la loro capacità di innovarsi e reinventarsi. Il gruppo romano, oltre ad aver completamente abbandonato le strade del black metal, ha dato un taglio netto al passato presentandosi con una veste nuova sia dal punto di vista musicale che non. "Nightbreed Of Macabria" è un'opera a 360 gradi: artwork e tematiche sono inscindibili dalle canzoni, e questa coesione conferisce un senso di unità straordinaria all'album. Macabria è una località immaginaria che deve molto alle opere visionarie del genio Tim Burton, autore di capolavori come "Edward mani di forbice", "Nightmare before Christmas" e "Il mistero di Sleepy Hollow". Unite queste atmosfere gotiche al metal sinfonico ed operistico dei precedenti lavori e avrete un'accurata descrizione del nuovo album dei nostri vampirelli. Le influenze sono varie e ben marcate: le parti orchestrali, sorrette in modo magnifico dagli archi, ricordano molto da vicino i Tristania (vedi l'inizio di "A Macabre Banquet"), i pezzi più epici e metallici riportano alla mente i penultimi Therion, mentre altre aperture melodiche mostrano un piccolo debito d'ispirazione nei confronti del gothic metal finlandese. Tutto il disco - ma specialmente la prima parte - si basa su connotati piuttosto cinematografici, con strofe oscure che avanzano senza alcuna fretta e ritornelli più orecchiabili, alternati da pause piuttosto marcate che sembrano fungere da taglio tra una scena e l'altra. Le parti sinfoniche e quelle più metalliche sembrano meglio bilanciate che in passato, anche se il lavoro chitarristico un pò banale non sempre riesce a convincere. Proprio per questo l'ascolto di "Nightbreed Of Macabria" si rivela essere alla fine troppo leggerino, non in grado di lasciare un segno incisivo nella mente dell'ascoltatore. Il cambio di direzione c'è stato, ma forse in modo un pò troppo repentino: l'idea conclusiva è che probabilmente neanche il gruppo abbia fatto in tempo ad assimilarlo. Dovremo aspettare fino al prossimo album per vedere se avevamo ragione.
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