Dear Friends, it took quite some time, but we finally made it..and we know you have been waiting for it!
What you are holding in your hands is our new live release!
Yes, Gamma Ray can finally (and proudly) present to you:
"Skeletons & Majesties Live"!
Chi conosce i Gamma Ray? Tutti giusto? Ok possiamo part..ehi, tu che non hai alzato la mano, fuori. Si si, mi hai capito bene, ho detto fuori.
Si perchè, parliamoci chiaro, ha senso parlare dei
Gamma Ray a chi non conosce a menadito i tedeschi? Decisamente poco. E ora che siamo solo noi, beh direi che possiamo davvero cominciare..
Dunque dunque, cos'abbiamo qui? Ma l'ennesimo live, il quarto per la precisione, della carriera degli Hamburgers (intesi come abitanti di Amburgo, testoni!), una carriera lunga ormai quasi 25 anni, fatta di alti e bassi, che ha caratterizzato con un'impronta importante la storia del power metal teutonico prima, europeo e mondiale poi.
E dopo Montreal è Pratteln la città (svizzera) prescelta per la realizzazione di questo Live, composto al solito da una versione CD, in mio possesso, e una DVD in possesso del Supremo. Qui mi limiterò quindi ad elencare impressioni ed opinioni che le mie sole orecchie mi hanno lasciato dall'ascolto di questo doppio CD, per un totale di 20 tracce, di cui due intro.
Parto col dire che la scelta della scaletta incontra pienamente i miei gusti: praticamente tutte le tracce sono state prelevate dal primo decennio di vita della band, da "Heading for Tomorrow" del 1990 a "Powerplant" del 1999 tanto per intenderci, a mio modo di vedere i migliori anni di vita dei Rayz.
E il primo disco arriva proprio SOLO fino al 1999, in un tripudio old-style, partendo proprio con "
Anywhere in the Galaxy", salvo andare indietro di un paio d'anni fino a "
Men, Martians and Machines" prima e di quasi una decina con
"The Spirit" poi. "
Wings of Destiny", la grandiosa "
Farewell" dal capolavoro "Land of the Free" (quello vero, non la mezza porcata di qualche anno fa) e la cover dei Birth Control "
Gamma Ray" anticipano la folle "
Money", proveniente proprio dal primo disco della band, e soprattutto una "
Time to Break Free" meravigliosamente co-interpretata da Hansen e dall'ospite d'eccezione di questo live, l'altra ex-zucca nonché sua maestà
Michael Kiske, al solito monumentale dietro al microfono. Kiske che presterà la sua voce anche un altro paio di volte sul secondo disco, per la precisione su
"A While in Dreamland" dall'EP "Silent Miracles" del 1996 e sull'ormai leggendaria "
Future World", capolavoro di Helloweeniana memoria targato Hansen.
Torniamo però al disco uno, chiuso alla grandissima dalle versioni acustiche della suite capolavoro "
Rebellion in Dreamland" (sarò nostalgico, ma preferisco la versione originale) e di "
Send me a Sign", rispettivamente dai già citati "Powerplant" e "Land of the Free".
Dopo una breve intro di una cinquantina di secondo inizia quindi il disco 2, a mio personalissimo modo di vedere un po' più deboluccio del primo, che continua a viaggiare con nonchalance nel tempo, offrendoci anche due pezzi più recenti, quali "
Rise" dall'ultimo "To the Metal" e "
Insurrection" da "Land of the Free II" (mi fa specie solo a scrivercelo quel II..brr..), oltre alle due ospitate di Kiske già citate in precedenza.
Musicalmente parlando niente da dire, i due dischi sono registrati con tutti i crismi del caso, i suoni sono praticamente perfetti così come la voce di Hansen e Kiske. D'altronde si sa che gli svizzeri fanno le cose per bene no? Da sottolineare che il mastering del disco è stato proprio a cura di
Dirk Schlachter, bassista della band.
Insomma parliamo di un prodotto globalmente ben realizzato da parte di una band più che navigata, che continua a regalarci grandi soddisfazioni in sede live e qualcuna meno in studio. Ma noi gli vogliamo bene così, d'altronde chi non adora quel pazzoide di Kai Hansen?
Ehi, ancora tu? Eppure ti avevo detto di uscire dalla classe!
Quoth the Raven, Nevermore..