Non capita spesso, ma una volta tanto la biografia non "conta balle". Gli StormWarrior riprendono davvero il discorso interrotto dagli Helloween all'indomani dell'uscita di "Walls of Jericho". A sostenerlo non sono ne la copertina disegnata da Uwe Karczewski (storico collaboratore degli Helloween) e nemmeno la presenza di Kai Hansen ospite su "Heroic Deathe" (alla voce) e su "Welcome Thy Rite" (con un assolo di chitarra). Lo provano i fatti: un lotto di canzoni potenti, mai banali o prolisse, che sono saldamente ancorate allo Speed Power Metal teutonico di quasi vent'anni fa, quando non c'erano solo gli Helloween o i Running Wild a sbattersi, ma anche altri gruppi che non hanno avuto la loro stessa fortuna, come ad esempio gli Stormwitch, ed i pur validi Warrant o i Tyrant. Il gruppo di Amburgo (ecco un altra prova!) è gia al suo secondo album, che segue a distanza di due anni il debutto "StormWarrior", dove era presente anche una cover di "Heavy Metal (is the Law)", e confido sappiate di chi è l'originale. Come avventuto per il debutto Kai Hansen si occupa della produzione, e con ottimi risultati: i suoni sono infatti, piuttosto retrò e grezzi ma ben delineati e soprattutto potenti. La voce di Lars Ramcke, anche chitarrista del gruppo (e non vedo come sarebbe potuto essere diversamente...), ha maggiore affinità con quella di Rock'n Rolf che con quella di Hansen, e ad ogni modo calza a pennello nel contesto musicale e lirico del disco. Per quanto riguarda questo aspetto, "Northern Rage" non aderisce però a quell'attitudine guascona degli Helloween che traspariva sin dai loro primi lavori (ricordate "Gorgar"?), gli StormWarrior hanno optato per una sorta di concept album, incentrato com'è su diverse storie vichinghe. Questo elemento dona ai brani un tocco epico, come su "Sigrblót" o per "Lindisfarne", che tuttavia rimane defilato rispetto alle strutture tipicamente Speed Metal. I veri punti di paragone per questo album rimangono i primi lavori degli Helloween: l'omonimo MLP ed il già citato "Walls of Jericho". Certo, con l'arrivo di Kiske, i due "Keepers..." hanno aperto nuovi orizzonti al gruppo e all'intera scena metal, eppure lo spirito delle buone vecchie tradizioni è sempre vivo e mantiene un suo fascino, quel non so che di famigliare... foss'anche solo nostaglia. Eppoi non si dice che il primo amore non si scorda mai?
Per chi decidesse di fare proprio questo "salto nel passato", consiglio vivamente l'edizione limitata che include un secondo dischetto dove troviamo una cover degli OZ, "Turn the Cross Upside Down", le versioni in svedese di "Valhalla", di "Odin's Warriors" e dell'inedita "Fyllevisa", ed infine due diversi video di "Iron Prayers".
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