Quando le personalità in gioco sono dello spessore di quelle ostentate dai
W.E.T., l’impressione è che per tutti gli “altri” pretendenti al trono di “categoria” rimangano ben poche speranze di successo.
Una sensazione già piuttosto vivida ai tempi dell’esordio eponimo e oggi, se possibile, ancor più netta, viste le recenti prestazioni strabilianti di Work Of Art ed Eclipse, nuovi supercampioni di una forma di
hard melodico dalle caratteristiche immarcescibili e tuttavia talmente dinamica da non farla scadere nel campo della mera riproduzione.
L’attesa spasmodica per una degna replica a quel favoloso esordio del 2009 è finalmente terminata e “Rise up” si offre ai tanti appassionati del genere all’insegna della “conferma”.
Jeff Scott Soto ratifica, ancora una volta, il suo ruolo di
vocalist extraordinaire, impeccabile in interpretazioni sensibili e struggenti e non meno efficace quando si tratta di estendere al massimo le sue docilissime corde vocali, aggiungendo forza e grinta ad un timbro dal fascino veramente irresistibile.
Robert Säll è anch’egli una garanzia in fatto di talento e classe, e addirittura maggiormente “rassicurante” e decisiva appare la prova di Erik Mårtensson, pienamente a suo agio nel gratificante status di protagonista assoluto dell’
euro-chic-hard-rock, ormai ampiamente riconosciuto a livello internazionale.
La presenza di Robban Bäck e Magnus Henriksson rasserena e stuzzica ulteriormente chi ha argutamente inserito “Bleed and scream” nelle zone alte delle sue Top playlist del 2012, ma è il gruppo nel suo insieme ad offrire un’impressionante dimostrazione di “naturalezza” per come affronta una materia tanto amata e nobile, in cui i modelli di riferimento sono davvero “ciclopici” e indimenticabili.
Il programma, così, diventa una sorta di prezioso
gioiello musicale, dove ogni brano è una piccola
perla dall’estetica sonora scintillante e raffinata e in cui il miscuglio di brividi melodici, “presa” istantanea e graffi di ricercata incisività, conquista dalla prima all’ultima nota.
L’adamantina “Walk away” e la rischiarante ballata “Love heals” celebrano i Journey con un’intensità inaudita, lasciando intendere cosa avrebbe potuto combinare Soto con una delle massime espressioni del genere e “Learn to live again”, vibrando sulle medesime coordinate soniche, possiede tutte le caratteristiche che fanno di una canzone un grande singolo … calibrazione pressoché assoluta tra
verve e magnetismo, coronata da un pizzico d’indispensabile “ruffianeria”.
Forgiare le proprie composizioni su una sofisticata, virile e
voluminosa costruzione armonica è una delle migliori “specialità della casa”, ed ecco che la palpitante
title-track, "The moment” e una spigliata “What you want” sfruttano appieno la gloriosa peculiarità, mentre "Bad boy” e il suo coro perentorio, pieno e adescante finirà per fare sfracelli in un eventuale
live-show, che speriamo di poter saggiare quanto prima.
La potente “On the run” combina con gusto sopraffino Asia, Night Ranger e Giant, “Broken wings”, smentisce il titolo e fa volare alti sensi e pensiero e “Shot” è semplicemente sublime nel suo pulsante incedere in progressione, fino al
climax dell’ennesimo
refrain invincibile.
“Still believe in us” vi farà capire la differenza tra un pezzo traboccante di passionalità autentica e una romanticheria da carie repentina e solo gente dall’enorme ingegno compositivo e dai mezzi tecnici smisurati come i W.E.T. può permettersi di “relegare” un
bijou catalizzante e suggestivo come “Still unbroken” al fondo della scaletta.
Soltanto in dirittura d’arrivo di questa disamina mi accorgo di non aver mai avuto la possibilità di utilizzare il termine “evoluzione” … ed, in effetti, forse quello che manca a “Rise up” è proprio la “voglia” e l’ambizione di andare oltre il suo predecessore e magari tentare di aggiungere qualcosa di “imprevisto” alla solidissima e assodata “storia” artistica individuale e collettiva dei suoi artefici … un “difetto”, se così vogliamo chiamarlo, però, piuttosto facile da dimenticare, quando l’ascolto si risolve sempre in un’esperienza straordinariamente appagante e coinvolgente … davvero un bel modo per iniziare il 2013.